Non solo. In Cassazione sono stati presentati due referendum abrogativi contro le stesse norme al centro dei ricorsi. Un'operazione che si gioca sul piano del diritto, ma anche e soprattutto su quello politico. Motore è il Coordinamento democrazia costituzionale: saranno poi singoli cittadini, in qualità di elettori, a firmare i ricorsi, con primi firmatari personalità del mondo giuridico e politico. Ma fonti del ministero delle Riforme fanno osservare che i ricorsi sono prematuri, dal momento che l' Italicum diventerà efficace solo nel luglio 2016; e che un controllo preventivo sulla costituzionalità è già previsto nel testo della riforma costituzionale, che dà la possibilità ai parlamentari di interpellare direttamente la Consulta.
Peraltro, saranno i magistrati chiamati ad esaminare i ricordi, a valutarne l' ammissibilità. Il deposito dei ricorsi avverrà in forma coordinata i primi di novembre, tra il 2 e il 9, nei tribunali dei capoluoghi dei distretti di Corte d'appello: da Roma a Milano, da Napoli a Venezia, a Firenze, Genova, Catania, Torino, Bari, Trieste, Perugia. Il meccanismo di fondo non è diverso da quello usato per buttar giù il Porcellum: far leva sui diritti violati di cittadini elettori. E il protagonista della causa contro il Porcellum, l'avvocato ed ex senatore Felice Besostri, sostiene anche quest'ultima battaglia, che ha però un raggio d'azione più ampio. Anche perchè il Coordinamento democrazia costituzionale, a cui hanno aderito giuristi, parlamentari, associazioni, sta ragionando su referendum abrogativi anche su Jobs Act e riforma della scuola, spiega il promotore, il magistrato Domenico Gallo.
A favore dell'azione legale scendono invece in campo i Cinque Stelle, che «firmeranno tutti i ricorsi», annuncia il deputato Danilo Toninelli. E «tra i ricorrenti - aggiunge - ci saranno tantissimi esponenti del M5s, tra i quali me a Milano e Luigi Di Maio a Napoli». L'iniziativa «nasce dal nostro lavoro», aggiunge Alessandro Di Battista. «Non ho firmato i ricorsi, ma li ritengo fondati e ne condivido lo spirito», afferma il deputato della minoranza Pd Alfredo D'Attorre. Al riguardo, fonti parlamentari dem fanno notare che anche la minoranza Pd ha a suo tempo votato per bocciare le pregiudiziali di costituzionalità sulla legge elettorale, ritenendo non ci fossero i presupposti. Mara Carfagna di Forza Italia coglie l'occasione per criticare l'Italicum e tornare a chiedere il premio di maggioranza alla coalizione, anzichè alla lista. «Di ricorsi ce ne sono sempre, vedremo quel che sarà» ma «la legge elettorale è stata una tappa importante di una legislatura che sta facendo molte riforme», taglia corto la presidente della Camera Laura Boldrini. E ora la parola passa ai giudici, ai quali spetta l'esame dei ricorsi: se non saranno ritenuti infondati, le questioni saranno sottoposte alla Corte Costituzionale.
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