Berlusconi attacca e incassa la fiducia:
«Maggioranza più forte, finiani leali»

Da sinistra La Russa, Meloni, Berlusconi (foto Claudio Onorati - Ansa)
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Giovedì 30 Settembre 2010, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 23:46
ROMA (30 settembre) - Show del premier Silvio Berlusconi al Senato, dove il governo incassato la fiducia con 174 sì e 129.



I numeri confermano quindi che a Palazzo Madama Pdl e Lega sono autosufficienti anche dai finiani, dopo che invece ieri il voto aveva certificato l'assenza di una maggioranza autosufficiente, condizionata dai voti di Fli e Mpa. Ma il premier nega calcoli di contabilità e fa buon viso anche sul peso di Fli a Montecitorio: «Ieri il governo ha avuto la maggioranza più ampia negli ultimi due anni, tutti, anche Fli, andranno avanti con la lealtà di sempre per aprire una grande stagione di riforme».



Ma è stato durante la replica che Berlusconi si è scatenato, ilustrando quelli che ha definito i suoi straordinari successi in politica estera e rivelando, fra l'altro, di aver salvato le banche Usa dalla crisi, favorito il disarmo fra Russia e Usa e la pace fra Mosca e la Georgia.



«La maggioranza è più forte e articolata - ha detto il premier -. Questo è il vero dato politico emerso dal voto di ieri, non certo confusi calcoli di aritmetica parlamentare che non appassionano me e certo non appassionano gli italiani. La maggioranza è più forte e, se il Senato confermerà la fiducia, il Governo è nelle condizioni di completare la legislatura e il progetto di profonda trasformazione del Paese», ha continuato. «Abbiamo il dovere di continuare a governare, anche se non è facile, non è semplice. E tante volte verrebbe veramente la voglia di dire: lasciamo agli altri questo sacrificio».



Berlusconi ha poi attaccato di nuovo i giudici, affermaro che l'equilibrio giustizia-politica è stato alterato dai tempi di Mani Pulite. «La riforma della giustizia resta una delle nostre priorità. In ottemperanza del programma di governo, vogliamo intervenire sulla struttura del Csm con una riforma costituzionale» e conseguire la separazione delle carriere tra funzione giudicante e requirente, ha agiunto ribadendo la necessità di randare avanti con il cosiddetto scudo, la legge, «all'esame del Parlamento per la tutela delle alte cariche dello Stato».



«Ora non si può più sbagliare oppure si va al voto, l'hanno capito tutti, anche i finiani - ha detto Umberto Bossi -. Penso positivo e o salta adesso o non salta più». Alle domande se si andrà ad elezioni a marzo: «Marzo è più probabile, ma adesso non bisogna parlare di marzo, andiamo avanti, pensiamo alle cose che deve fare il governo».



Finocchiaro: la maggioranza non tiene più, al voto. «I cinque punti sono carta straccia perché da dieci anni Berlusconi prende in giro gli italiani facendo promesse che non mantiene - ha detto la presidente dei deputati Pd, Anna Finocchiaro -. La maggioranza non tiene più, loro sono in stallo e il Paese precipita. Il Pd è pronto al voto. C'è un distacco con il Paese non più colmabile, loro sono in fallo e il Paese precipita o si organizza da solo. La cambiale di fiducia con gli italiani è scaduta e le elezioni sono sullo sfondo. Il mio augurio è che si possa fare un esecutivo breve per cambiare la legge elettorale».



«Voteremo con fierezza la sfiducia contro quello che resta del suo governo che è senza maggioranza. Lei ha bisogno di andare avanti per la soluzione dei suoi guai giudiziari», ha detto il capogruppo dell'Idv al Senato, Felice Belisario, nel corso delle dichiarazioni di voto.



«Dopo due anni e mezzo di governo si fanno bilanci e non proclami. Il suo bilancio è triste e magro», ha sottolineato il presidente dei senatori Udc, Gianpiero D'Alia, rivolgendosi al premier in Aula al Senato. «Oggi - ha aggiunto D'Alia - otterrà la fiducia ma non avrà la forza per reggere i problemi del paese».



Berlusconi: ho salvato le banche americane. Lo show del presidente del Consiglio è arrivato durante la replica. Il premier ha dato uno lunga risposta diretta alle accuse sulle carenze in politica estera rivolte al governo da parte del senatore del Pd, Zanda. Il premier, rivolgendosi direttamente a Zanda e ribadendo che «non ha capito nulla», ha rivendicato i suoi successi. Tra questi ha ricordato di aver «intimato come presidente del G8 di non presentarsi in Italia se prima non fosse stato firmato l'accordo per la riduzione degli arsenali militari. Cosa, questa, che fecero a Mosca e vennero a L'Aquila mostrandomi il contratto siglato». «Questo signore - ha quindi proseguito Berlusconi - è poi andato a Washington e ci restò finchè alla fine non arrivarono settecento miliardi di dollari perché‚ le banche americane non fallissero». Tra i successi ottenuti anche quello, di cui si è già vantato altre volte, che lo ha visto protagonista nello sventare una crisi tra Russia e Georgia.



«La gran parte dei media sono vicini alla sinistra. Contate le copie dei giornali, vedrete che quelli vicini a noi, che ci fanno più male che bene, sono una piccola frazione», ha poi affermato, rivolgendosi all'opposizione il presidente del Consiglio.



«Oggi tutti confermano il sostegno concreto al governo. Tutti anche chi ha fatto una scelta per me dolorosa di separazione» come il gruppo di Futuro e Libertà la cui «azione parlamentare sarà portata avanti all'insegna dello spirito costruttivo e leale di sempre», ha affermato ancora il premier.



«Per l'Italia si deve aprire una grande stagione di riforme nella democrazia, nella sicurezza e nella liberta», ha poi concluso il premier prima di chiedere il voto di fiducia al Senato. «Dobbiamo fare le riforme che saranno il tema del nostro lavoro da qui a fine legislatura».



Bersani: governo più debole. «La fiducia che il Senato ha espresso al governo Berlusconi è la fiducia del cerino, perché nessuno vuole il cerino della crisi in mano. Certamente dopo questa giornata il governo esce più debole e non è in grado di garantire stabilità a questo paese». A dirlo è il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, intervenuto in serarata a Napoli alla festa democratica del Mezzogiorno.







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