Vertice a Varsavia/ Dopo Brexit la Nato ricuce con la Russia

di Marco Gervasoni
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Sabato 9 Luglio 2016, 00:25
Il vertice Nato di Varsavia, ha scritto Barack Obama, «è il più importante dai tempi della guerra fredda». Per almeno due ragioni: la prima è che si svolge dopo il referendum britannico. L’uscita del Regno Unito dalla Ue formalmente non cambia nulla, ma politicamente sì: a volere la Nato nel dopoguerra fu soprattutto Londra e il disimpegno europeo del principale esercito del continente, il solo, assieme a quello francese, dotato dell’arma atomica, molte conseguenze le porterà con sé.

La seconda ragione per cui l’incontro è decisivo sta nel luogo, Varsavia: è infatti la prima volta che la Nato si riunisce in una nazione appartenente al blocco comunista durante la guerra fredda. Un Paese retto da un governo tra i più euroscettici dell’Unione Europea, più fedele alla sua recente appartenenza alla Nato che ai legami con Bruxelles. E che vuole essere protetto dal nemico di sempre, la Russia. Le intenzioni del vertice tuttavia, almeno stando alle prime dichiarazioni, non sembrano una provocazione contro Putin. Rispetto alle posizioni dei mesi precedenti, pare anzi più concreto l’obiettivo di trovare un nuovo accordo con Mosca.
 
Il segretario generale della Nato, Stoltenberg, ha giurato che la guerra fredda non tornerà mai più, e persino il presidente francese Hollande, fino a poco fa il più intransigente con Putin, a dispetto della secolare simpatia della politica estera del suo paese per la Russia, ha avanzato dichiarazioni importanti e distensive. Effetti della Brexit? Molto probabile. Il passo indietro di Londra sposta infatti anche la Nato politicamente verso est. Per gli Stati Uniti il referente strategico all’interno della Ue, non potendo più essere il Regno Unito, sarà la Germania. E il governo di Angela Merkel è sostenuto dalla Spd che, dal ministro degli esteri a quello dell’economia fino al loro mentore, l’ex cancelliere Gerhard Schröder, è decisamente filo russa: il primo, Steinmeier, ha addirittura criticato le manovre Nato tenute di recente in Polonia, che tanto hanno irritato Putin.

L’altro argomento di peso del vertice riguarda la protezione militare delle coste mediterranee, assicurato già ieri da una dichiarazione congiunta Ue-Nato, che prevede il rafforzamento della sicurezza marittima. Rapporti con la Russia e soprattutto protezione delle coste devono vedere il nostro paese in primo piano. Sul primo versante, è senz’altro positiva l’apertura del governo, confermato anche dalle parole del presidente della Repubblica, nei confronti di Mosca: non è solo una questione commerciale, pur importante. Riguarda il ruolo che anche Putin gioca nella stabilizzazione - pur molto lontana - di un medio oriente in fiamme, le cui conseguenze ci colpiscono quotidianamente.

Ancor più decisivo deve essere il ruolo dell’Italia, paese fondatore sia della Nato che della Ue, sul versante mediterraneo. Anche qui non si tratta solo di potenziare i controlli nei mari per far fronte a flussi migratori che ci accompagneranno per molto tempo. L’Italia deve anche ritrovare quel ruolo centrale di attore del Mediterraneo che, durante la guerra fredda, in un contesto molto diverso, era riuscita a ritagliarsi.

Un ponte, dal punto di vista politico, militare, economico, culturale tra due mondi, anche se con i piedi ben piantati in Occidente. Per condurre questa politica sono indispensabili però, come ha ricordato anche il ministro della Difesa, le spese militari, che andrebbero aumentate. Ma è soprattutto fondamentale ritagliarsi, all’interno della alleanza militare più importante del pianeta, un ruolo di soggetto decisore, autonomo e assertivo.
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