Mongolia, sindacalista si dà fuoco in conferenza stampa, protestava contro la privatizzazione delle miniere in Mongolia

Mongolia, sindacalista si dà fuoco in conferenza stampa, protestava contro la privatizzazione delle miniere in Mongolia
di Stefano Bonanata
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Sabato 21 Novembre 2015, 14:04 - Ultimo aggiornamento: 19 Novembre, 15:08
Si è acceso come una torcia. Letteralmente. Il terribile episodio, documentato da un video apparso in rete e subito censurato, ha visto protagonista un sindacalista mongolo, a capo di una miniera di carbone che ora il governo di Ulan Bator (la capitale dello stato asiatico) vuole privatizzare, insieme ad altri impianti sparsi nel paese, vendendo tutto a una compagnia cinese. Il piano, infatti, prevede il passaggio di ben 39 stabilimenti, finora gestiti dalla Erdenes Tavan Tolgoi, al gruppo TTJVCo.



«Il governo non sostiene più la nostra compagnia, le famiglie dei lavoratori sono ridotte alla fame. Per questo mi darò fuoco, per il popolo della Mongolia e per i nostri figli» ha dichiarato l’uomo. E un attimo dopo le fiamme già lo avvolgevano, mentre il panico si diffondeva nella sala dove si teneva la conferenza stampa. Immediata la reazione dei presenti, che si sono precipitati addosso al sindacalista per cercare di spegnere il fuoco e metterlo in salvo. È stato subito ricoverato nel più vicino ospedale e, nonostante le gravissime ustioni riportate, non sembra in pericolo di vita.



La compagnia Erdenes Tavan Tolgoi contribuisce all’estrazione di 1,4 trilioni di tonnellate di carbone mongolo all’anno e si è opposta fino all’ultimo per scongiurare la vendita al governo cinese di quella che è una vera risorsa nazionale. Da qui la protesta inscenata dall’uomo, deciso a farsi vittima sacrificale per i diritti dei suoi minatori. Il timore, infatti, era che i nuovi proprietari mandassero via i lavoratori mongoli per trasferirvi manodopera cinese.



L’aspetto della vicenda ancora da chiarire, che ha subito innescato le polemiche, riguarda le modalità con cui l’uomo si sia potuto cospargere di liquido infiammabile in presenza di un considerevole numero di persone: possibile che nessuno abbia notato niente? Un movimento sospetto, un gesto ambiguo, che tradisca nervosismo? Niente di tutto questo. L’iniziale impassibilità del sindacalista è stata subito incrinata dal dolore per le fiamme che lo avvolgevano. Poteva finire in tragedia, per fortuna solo un grande spavento.