In realtà, non è la prima volta che a Tyson viene interdetto l’ingresso: già a Londra e in Nuova Zelanda (nel 2013 e nel 2012) le autorità lo avevano etichettato, senza troppi giri di parole, “indesiderabile”, legalmente parlando. Stavolta, però, la faccenda non si è chiusa con un biglietto di ritorno perché qualcuno dai social ha fatto sentire la propria voce: se una legge c’è che sia uguale per tutti. Gli utenti hanno tirato in ballo Augusto Pinochet: «Se Pinochet è potuto entrare in Cile con tutto il male che ha fatto, perché non può entrare Mike Tyson?». Nel mare di parole che si è abbattuto sulle discutibili scelte di frontiera, qualcuno ha anche aggiunto: «La polizia è in cerca di pubblicità. Tyson è famoso e loro si mettono la medaglia al collo».
La polemica ha assunto dimensioni tali che Natalia Alvadaro, funzionaria della polizia, è stata costretta ad intervenire spiegando: «Essere condannati o essere indagati per un qualsiasi delitto autorizza i servizi della polizia cilena a vietare l'ingresso in Cile. È in questo contesto che il signor Tyson, condannato più volte, è stato respinto». Poche parole ma i “buoni intenditori” non hanno avuto, comunque, risposte.
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