Gran Bretagna, massacra di calci la compagna all'ottavo mese per farla abortire: ergastolo per omicidio

Gran Bretagna, massacra di calci la compagna all'ottavo mese per farla abortire: ergastolo per omicidio
di Federica Macagnone
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Venerdì 12 Febbraio 2016, 20:25 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 15:32

Kevin Wilson, a 22 anni, non si sentiva pronto per diventare padre. Malorie Bantala, 22 anni anche lei e all'ottavo mese di gravidanza, non vedeva l'ora di diventare madre e girava per negozi per comprare tutto quello che sarebbe servito a Joel, il bimbo che stava portando in grembo. Kevin non voleva che suo figlio nascesse. Malorie non voleva altro. Una miscela esplosiva che è sfociata in tragedia. Come il peggiore dei vigliacchi, Kevin ha affrontato il problema a modo suo: insieme a un amico ha aggredito la fidanzata massacrandola di botte, prendendola a calci e pugni sulla pancia con una violenza inaudita per farla abortire. Malorie, dopo un lungo ricovero per le tante ferite, è sopravvissuta. Ma è uscita dall'ospedale da sola: senza il suo bimbo, che non c'era più e senza la luce e le speranze che la animavano, volate via insieme al piccolo.
 



Ora Kevin, che lavorava come assistente di cattedra, avrà tanto tempo per riflettere e cercare di diventare l'uomo che non è mai stato: per quell'aggressione mortale del 15 giugno scorso a Peckham, a sud-est di Londra, è stato condannato all'ergastolo. E per quanto in futuro possa comportarsi bene e ottenere sconti di pena, non potrà comunque uscire dal carcere prima di 16 anni. Per tanto tempo aveva tentato di convincere Malorie ad abortire. Quando ha capito che nulla le avrebbe mai fatto cambiare idea, ha ingaggiato un amico 17enne per "risolvere il problema". Indossando entrambi caschi da motociclista nella speranza di non farsi riconoscere, hanno teso un agguato alla ragazza e, appena lei è arrivata davanti alla porta di casa, sono saltati fuori dai cespugli in cui si erano nascosti e hanno dato il via al linciaggio. Calci e pugni sul ventre di Malorie che, raggomitolata in terra, implorava pietà e cercava disperatamente di proteggere il suo bambino con una mano. Poi un flash agghiacciante: la ragazza ha riconosciuto Kevin non solo dalla tuta ma anche dallo sguardo quando i loro occhi si sono incrociati. E mentre lui andava via, gli ha urlato: «Kevin, ti ho riconosciuto, ti ucciderò». 

Malorie, lasciata in terra in un lago di sangue, fu portata al Kings College Hospital in fin di vita, con un'emorragia interna che le ha fatto perdere sei litri di sangue e con due dita della mano rotte, mentre il bimbo le fu estratto dal grembo con un parto cesareo d'emergenza: era morto. Kevin fu arrestato il giorno successivo, il suo complice alcune settimane dopo. Ora il primo è stato condannato all'ergastolo, il secondo a dieci anni. Entrambi si sono sempre dichiarati innocenti, negando di essere mai stati sul luogo dell'aggressione. Kevin, con una enorme faccia tosta, si è scusato con la sua ex-partner per il suo comportamento, riferendosi alle pressioni fatte su di lei per convincerla ad abortire, ma ha ribadito più volte che al momento dell'aggressione lui era a casa sua a fare un pisolino dopo una dura giornata di lavoro alla Octavia House School di Walworth. E ha anche raccontato - particolare non da poco - che a maggio, un mese prima dell'assalto, aveva messo incinta un'altra ragazza.

Malorie, che porta ancora le cicatrici causate dal pestaggio, ha seguito nell'aula del tribunale la lettura della condanna, così come aveva fatto a dicembre quando ci fu il verdetto di colpevolezza. All'epoca si scagliò contro il banco degli imputati urlando a Kevin: «Ti odio, devi morire».

«Nel momento in cui Joel è morto - ha detto in questa occasione - anch'io sono morta dentro, ho letteralmente perso tutto.
E ho sentito che la vita non aveva più senso. Il mio bambino sarebbe stato mille volte l'uomo che Kevin non sarà mai».

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