Khodorkovsky frena: non farò politica contro Putin

Michail Khodorkovsky
di Giuseppe D’Amato
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Lunedì 23 Dicembre 2013, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 16:34
Chi si aspettava un Michail Khodorkovsky all’attacco contro il presidente russo Putin rimasto deluso. L’arcinemico del Cremlino è apparso prostrato ed emozionato al tempo stesso per l’esito improvvisamente positivo della sua complessa vicenda personale.










Dieci anni di carcere sono tanti e l’ex oligarca ha cercato di pesare le parole anche, perché il semi-isolamento, in cui ha vissuto a lungo, non gli consente di esprimere giudizi pieni. «Datemi tempo – ha quasi implorato alla conferenza stampa un sorridente Khodorkovsky ai giornalisti che lo incalzavano con domande di ogni tipo -. Non conoscevo, ad esempio, i social network (Facebook, Twitter…ecc). Quando sono stato arrestato non esistevano. Voglio restare per un po’ con la mia famiglia».



I PROGETTI

Per il momento l’ex magnate non si darà alla politica e nemmeno tornerà nel mondo degli affari. La sua situazione finanziaria dovrebbe consentirgli di non dover per forza trovare un lavoro. «Desidero impegnarmi – ha però detto - in un’attività sociale, in primo luogo a favore dei prigionieri politici».

Khodorkovsky non dimentica chi è ancora in galera a iniziare da due suoi principali collaboratori Lebedev e Pichugin. «La questione dei prigionieri politici in Russia – ha ammonito l’ex oligarca – non è chiusa con la mia liberazione». I mass media e la società civile, insieme alle mediazioni internazionali in primo luogo della Germania, sono stati decisivi nella soluzione della vicenda. Khodorkovsky ha poi lanciato un appello per la liberazione dell’ex premier Julija Timoshenko, scontratasi con il presidente ucraino Janukovich, che ha spesso rapporti con Putin.



LONTANO DALLA RUSSIA

Di tornare in Russia, per ora, non se ne parla, anche perché teoricamente i guai giudiziari potrebbero ricominciare. E l’ex oligarca non pensa a una rivincita e a riottenere indietro la sua società, la Yukos, smembrata e venduta dalla magistratura federale. «Sapevo che il mio caso – ha osservato Khodorkovsky – dipendeva completamente dal presidente. Il nodo cruciale era che la richiesta di grazia doveva essere accompagnata da un’ammissione di colpa». Ma le accuse erano state fabbricate. Una volta superato il problema della dichiarazione di colpevolezza e l’assenso ad andare all’estero la strada verso la libertà si è spianata. «Sono stato svegliato alle due del mattino – ha raccontato commosso l’ex oligarca -. Poi una unità speciale mi ha portato via dalla colonia penale. Aveva il compito di consegnarmi il passaporto e di farmi salire a bordo di un aereo tedesco». E così è stato. Khodorkovsky è stato deportato dal suo Paese come accadeva ai dissidenti ai tempi dell’Unione Sovietica.



LE OLIMPIADI DI SOCHI

Sulle prossime Olimpiadi di Sochi, alla cui cerimonia inaugurale non parteciperanno numerosi leader occidentali in dissenso con la politica russa, l’ex magnate ha sottolineato che esse sono una manifestazione e una festa sportiva, non devono essere politicizzate, e nemmeno devono essere una festa celebrativa per qualcuno.
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