Una storia di soprusi e sofferenza, quella di Jacqueline, che, figlia di un padre violento, è poi stata sposata per quasi mezzo secolo ad un marito altrettanto perverso, giudicato «tirannico e incestuoso» perfino dalle tre figlie. Un epilogo deciso da Jacqueline all'indomani del colpo più grande, il suicidio dell'unico figlio maschio. Allora non ce l'ha fatta più e ha colpito il marito, Norbert Marot, con tre colpi di fucile nella casa dove abitavano a Selle-sur-le-Bied, nel centro della Francia.
L'opinione pubblica è con lei e con le figlie che hanno scritto al presidente francese per chiedere la grazia: la petizione su Change.org ha raggiungo 400mila firme e sono state organizzate manifestazioni davanti al carcere. Ieri il presidente Hollande ha ricevuto le figlie di Jacqueline, Sylvie, Fabienne e Carole, ma ha fatto sapere di volersi prendere del tempo «per riflettere» sul da farsi. Hollande «si prenderà un tempo di riflessione», ha riferito un suo collaboratore a Parigi, precisando che il capo dello Stato comunicherà la sua decisione «nei prossimi giorni» .
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