Egitto, nuovo attacco dell'Isis in Sinai, ucciso un generale: «Guerra di religione»

Egitto, nuovo attacco dell'Isis in Sinai, ucciso un generale: «Guerra di religione»
di Elena Panarella
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Giovedì 17 Settembre 2015, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 20:39
In un nuovo video intitolato «la dissuasione», il gruppo Ansar Beit al Maqdis, attivo nel Sinai e legato all'Isis annuncia che «i leoni del Califfato hanno risposto con attacchi alle operazioni dell'esercito apostata ritornato nel Sinai per condurre una nuova campagna contro i deboli per compiacere gli ebrei».





La nostra è una «guerra di religione tra chi crede e chi è apostata: i nostri nemici sono atei, comunisti, cristiani, ebrei e chi detesta le credenze dei mujaheddin», afferma un jihadista nel video.

Sempre sul web in un altro video i jihadisti dello «Stato» o «Provincia del Sinai» (Wilayat Sinai) - nata nel quadro di un'alleanza-affiliazione con l'Isis - hanno annunciato che «i soldati del Califfato usando armi leggere hanno assaltato un checkpoint dell'esercito a al Arish causando la morte del generale Khaled Othman, supervisore dei servizi di sicurezza del Commissariato di polizia».



L'attacco si è verificato dopo che Othman era arrivato ad al Arish per ispezionare le forze schierate nell'area. Gli assalitori sono fuggiti. Un'inchiesta è stata aperta.



Prosegue intanto l'operazione antiterrorismo lanciata dalle forze armate egiziane nel nord del Sinai. «Ieri - ha precisato il portavoce militare Mohamed Samir - nella nona giornata dell'operazione Diritto del martire sono stati uccisi 55 terroristi, 35 sospetti sono stati arrestati, distrutti 30 nascondigli e neutralizzati 41 congegni esplosivi». Nel blitz sono rimasti uccisi due soldati e altri 12 sono rimasti feriti.



Lunedì le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso per errore 12 persone, tra cui alcuni turisti messicani e loro guide, durante una operazione antiterrorismo. I turisti stavano viaggiando su quattro fuoristrada entrati nella «zona proibita» del Wahat, nel deserto occidentale, precisa una nota del ministero dell'Interno egiziano. «Una operazione congiunta di polizia ed esercito - afferma la nota - era sulle tracce di elementi terroristici nel deserto occidentale, nell'area di Al-Wahat, quando si sono imbattuti per errore con quattro fuoristrada appartenenti a dei turisti messicani in viaggio in una zona proibita. L'incidente ha provocato la morte di 12 persone e il ferimento di 10 tra messicani ed egiziani, trasferiti in ospedale». Il ministero non ha precisato quante siano le vittime messicane e quelle egiziane, ma è certo che i viaggiatori avessero con loro delle guide locali. Il portavoce del ministero del Turismo Rasha el Azaizi ha confermato all'agenzia Mena che i turisti uccisi per errore erano in un'area vietata. Stavano viaggiando in auto senza licenza, ha precisato Azaizi, aggiungendo che nessun tour era stato autorizzato nell'area dagli organi competenti. Il ministero ha costituito una sala operativa per seguire gli sviluppi e ha aperto un'inchiesta. Saranno intraprese azioni legali contro la compagnia turistica che ha organizzato il tour.



Il tour operator dal canto suo nega che si trattasse di una zona proibita ai civili e che i turisti si trovassero in un'area di attività terroristiche. «È l'area dove spesso facciamo brevi soste prima di andare a Bahariya. Non è vietata come è stato detto», ha detto un dipendente della società organizzatrice, che ha richiesto l'anonimato, al quotidiano spagnolo El Mundo, precisando che solo due degli autisti e guide egiziani sono sopravvissuti all'attacco. «Mentre stavano cenando, tre aerei da combattimento dell'esercito hanno cominciato a sparare e lanciare missili sui veicoli. Erano completamente carbonizzati. Alcuni hanno cercato di scappare ma i militari li hanno inseguiti aprendo il fuoco su chiunque fuggisse», ha raccontato la fonte, secondo la quale la maggioranza dei turisti proveniva dal Cile. Il gruppo «stava viaggiando seguendo un consueto itinerario che va dal Cairo all'oasi di Bahariya (a 350 km a sudest della capitale egiziana). Dovevano passare la notte in un hotel di Bahariya, ma si sono fermati 100 km prima dell'oasi». Il vasto Deserto occidentale, porta d'ingresso sulla Libia, è stato occupato da militanti affiliati all'Isis in guerra contro le forze di sicurezza nel Sinai, sui confini orientali dell'Egitto. Centinaia di poliziotti e soldati sono morti in operazioni di contrasto.