Val di Susa, incendio danneggia tetto della millenaria Sacra di San Michele Ispirò Eco per Il Nome della rosa. La leggenda delle 7 abbazie

Val di Susa, incendio danneggia tetto della millenaria Sacra di San Michele Ispirò Eco per Il Nome della rosa. La leggenda delle 7 abbazie
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Mercoledì 24 Gennaio 2018, 22:18 - Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 09:47

Val di Susa, un incendio ha causato pesanti danni al tetto del convento della Sacra di San Michele della Chiusa, millenaria abbazia che domina l'ingresso della vallata piemontese e ispirò a Umberto Eco scenari del Nome della Rosa. L'incendio, secondo le prime ricostruzioni, ha distrutto 180 metriquadrati di una parte recente del tetto del grande complesso, arroccato dall'anno 983 su uno sperone di roccia del monte Pirchiriano e simbolo del Piemonte, partendo da una zona del convento che era interessata a restauri. Fra le prime ipotesi quella di un corto circuito dell'impianto elettrico. Numerose squadre di vigili del fuoco sono state impegnate per oltre quattro ore dalle 21.30 in difficili condizioni. Intervenuti anche i carabinieri. Non si registrano feriti tra i padri rosminiani, dal 1836 affidatari dell'abbazia a 40 km da Torino. Anche i "tesori" custoditi nella Sacra risultano risparmiati.
 



La Sacra, visitata ogni anno da 100mila pellegrini, ospita anche le tombe di 24 reali della famiglia Savoia. L'abbazia piemontese fa parte dei setti edifici consacrati all'Arcangelo Michele uniti, secondo molti fedeli, da un'immaginaria linea retta che unisce l'Irlanda, con il monastero sull'isolotto di Skelling Michael (set degli ultime due puntate di Star Wars), a Israele e che comprende anche Mont Saint-Michel in Francia e il santuario di San Michele Arcangelo nel Gargano. E in effetti a collegare sulla carta geografica queste sette località ne esce proprio un'impeccabile linea retta che guida nella realtà tanti pellegrini.

L'incendio è scoppiato non nella biblioteca, come immaginò Eco, ma sul tetto del convento situato ai piedi dell'antica Chiesa. Per spegnere le fiamme è stato necessario l'intervento di cinque squadre dei vigili del fuoco. Nessuno dei tre padri rosminiani che abitano nel monastero, subito allontanati, è rimasto ferito. I danni sono ingenti, ma nessun bene storico-artistico è andato distrutto. L'allarme è scattato in tarda serata. Sul posto anche la Croce Rossa e i carabinieri, che con i vigili del fuoco dovranno ora stabilire le cause del rogo. Un cortocircuito, è la prima ipotesi, dal momento che la struttura era sottoposta a lavori di ristrutturazione. «Ero al computer, e stavo scrivendo, quando all'improvviso è saltata la corrente», è la testimonianza di uno dei tre padri rosminiani costretti a lasciare il convento.

«È scattato l'allarme e siamo subito usciti», aggiunge il religioso. «Abbiano avuto paura - ammette - ora speriamo che i danni possano essere riparati in fretta». «Seguiamo con apprensione l'incendio che si è sviluppato nel monastero», è il primo commento dell'assessora alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi. «Sono felice che i padri rosminiani che vivono lì stiano bene - aggiunge - e siano illesi».

«Siamo e saremo vicini alla Sacra, simbolo della nostra Regione, per ricostruire e riparare quello che sarà necessario», aggiunge l'assessora Parigi.
L'incendio alla Sacra richiama alla memoria altri roghi che, in passato, hanno danneggiato il patrimonio culturale del Piemonte proprio dove c'erano lavori in corso. A oltre vent'anni di distanza non è ancora concluso il restauro della cupola del Duomo di Torino, dal cui incendio nell'aprile del 1997 è stata salvata la Sindone. È del 2008, invece, il rogo al castello di Moncalieri, alle porte di Torino, che ha riaperto dopo un lungo intervento soltanto nelle scorse settimane.


 

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