Guida ubriaco, uccide un anziano e scappa: sei anni di carcere e patente revocata a vita

Guida ubriaco, uccide un anziano e scappa: sei anni di carcere e patente revocata a vita
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Venerdì 8 Giugno 2018, 19:22 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 16:28
MILANO Era ubriaco, gli era stata sospesa la patente e guidava l’auto intestata alla madre priva di assicurazione. «In pratica, era come una pistola carica», hanno riferito gli agenti che l’anno fermato. E infatti, al volante di un suv, lo scorso 27 gennaio ha travolto e ucciso Sandro Orlandi, pensionato di 88 anni al quale non ha nemmeno prestato soccorso. Alessandro Ghezzi, 45 anni, è stato condannato a sei anni e sei mesi di carcere, con rito abbreviato, e alla revoca della patente a vita. «Una decisione che ci soddisfa. Il cosiddetto ergastolo della patente è un caso raro», commenta alla lettura del verdetto l’avvocato di parte civile Domenico Musicco, che è anche il presidente dell’Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità.

TASSO ALCOLICO TRE VOLTE IL LIMITE
Ghezzi è stato arrestato qualche ora dopo aver investito il pensionato e l’impatto è stato talmente violento che la vittima è stata sbalzata di 22 metri sulla strada. L’uomo alla guida viaggiava veloce, era in stato confusionale per il quantitativo di alcol ingerito, non ricordava praticamente nulla e soprattutto ha abbandonato sull’asfalto il povero pensionato. Di fronte a tutto ciò, per il figlio di Orlandi sei anni di prigione sono pochi: «Sono troppo coinvolto per parlare, però credo che servano pene anche più severe», afferma dopo aver appreso la decisione del gup Natalia Imarisio. Ghezzi, ora ai domiciliari, era imputato per omicidio stradale aggravato dalla fuga e dalla guida in stato di ebbrezza: aveva un tasso di alcol nel sangue di 1.58, tre volte il valore consentito di 0.50. Quella sera di gennaio, tra l’altro, guidava con l’auto priva di assicurazione intestata alla madre e con la patente sospesa. E ha anche precedenti penali per condanne definitive per lesioni, resistenza a pubblico ufficiale e proprio guida in stato d’ebbrezza e senza patente.
VUOTO DI MEMORIA
Interrogato dal gip Livio Cristofano, subito dopo l’arresto, si è riconosciuto nelle immagini delle telecamere che hanno ripreso l’incidente in via Michelino da Besozzo, ma ha sostenuto di avere avuto un vuoto di memoria dal momento in cui andò al bar dove, secondo la sua versione, consumò due o tre birre, fino a quando gli agenti sono andati a prenderlo a casa.
Oggi ha cercato di chiedere scusa davanti al giudice in aula alla presenza anche di un altro dei legali di parte civile, l’avvocato Giusi Regina. Il pm aveva chiesto una condanna a sette anni e ora i familiari della vittima potranno cercare di ottenere un risarcimento dal Fondo di garanzia per le vittime della strada. «Considerato lo sconto previsto dal rito abbreviato - rileva il legale Musicco - è una condanna in linea con le nuove norme sull’omicidio stradale che anche la nostra associazione ha contribuito a far approvare. Difficilmente - aggiunge - si poteva avere una pena maggiore, dato il rito».
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