Rai, Garimberti contro Crozza:
«Turpiloquio svilisce servizio pubblico»

Floris con Crozza a Ballarò (foto Giuseppe Giglia - Ansa)
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Giovedì 16 Settembre 2010, 10:37 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 23:43
ROMA (16 settembre) - Il turpiloquio svilisce l'immagine del servizio pubblico: una delle considerazioni fatte - a quanto si apprende - dal presidente della Rai Paolo Garimberti ieri in cda, nell'ambito della discussione sulla qualità dell'informazione di Viale Mazzini.



Una riflessione nata in particolare dalla copertina satirica di Maurizio Crozza che ha aperto martedì scorso la prima puntata della stagione di Ballarò: Garimberti avrebbe stigmatizzato l'uso di parolacce da parte del comico, che a suo giudizio, viste le capacità, non avrebbe bisogno di tali espedienti. Il presidente avrebbe anche annunciato l'intenzione di scrivere in tal senso una segnalazione al direttore generale Mauro Masi, che sarebbe approdata oggi sulla scrivania del dg.



Mandato pieno intanto al direttore generale per garantire rispetto del pluralismo, contraddittorio e completezza dell'informazione e via libera a tre fiction. Questo quanto approvato, all'unanimità dal cda della Rai, riunitosi ieri dopo la pausa estiva. Sempre in tema di informazione il cda ha discusso a lungo anche del caso Minzolini, con Garimberti che ha ribadito le critiche espresse nella lettera inviata a Masi la scorsa settimana dopo l'editoriale del direttore del tg1 sull'opportunità del voto anticipato. E poi, i dati di ascolto del Tg1: 1 milione in meno di telespettatori rispetto alla gestione precedente, 25% di share, cinque punti in meno.



Tutti temi questi, su cui l'opposizione ha chiesto di ascoltare in tempi brevi i vertici della Rai in Vigilanza. Il cda ieri - hanno fatto notare al termine della lunga riunione alcuni consiglieri - ha comunque ridimensionato ridimensionato i contenuti della circolare inviata nei giorni scorsi da Masi sulle regole da rispettare da parte delle trasmissioni di informazione. Il documento iniziale - che invita i direttori di rete e testata a evitare che il pubblico sia parte attiva nei programmi e segnala il rischio di sospensione per le trasmissioni non conformi alle schede informative - avrebbe infatti dato al direttore generale maggiore possibilità di intervento sui programmi, anche sul fronte della gestione degli ospiti. Impostazione criticata dall'opposizione che ha fatto intendere che il documento sarebbe stato stoppato ancora prima di ricevere l'avallo.



«Masi ha sbagliato nel tentativo di imporre regole autoprodotte e rigidissime sui talk show. Almeno quanto i conduttori e responsabili dei talk show della Rai sbagliano a ritenersi del tutto svincolati da ogni regola, su tutti gli aspetti delle rispettive trasmissioni. Anche perché non è competenza della Rai inventare regole sulla materia», ha affermato Marco Beltrandi, esponente dei Radicali e membro della Commissione di Vigilanza Rai.



«Con Masi in azienda ormai è "Blu notte" per l'informazione libera», ha affermato in un nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. «Il direttore generale - prosegue l'esponente dipietrista - dopo aver ostacolato in tutti i modi una trasmissione che fa ottimi ascolti come Annozero, adesso se la pende con Blu notte di Lucarelli, che fa un ottimo approfondimento giornalistico. Masi o chi per lui ha forse paura dello speciale sulle stragi di mafia degli anni '90 in cui si parla di Vito Ciancimino? Non è un caso - conclude Orlando - che Masi faccia la guerra a tutti coloro che si permettono di fare un eccellente lavoro per l'azienda ma che è sgradito al poco liberale Berlusconi. Perchè Masi, invece, non dice nulla al direttorissimo Minzolini che, da quando è alla guida del Tg1, ha fatto perdere 5 punti in termini di ascolto al telegiornale?».



In cda ieri per la prima volta si è fatta anche una riflessione sull'effetto del nuovo tg di Enrico Mentana e sul calo degli ascolti. Secondo alcuni consiglieri la riduzione del pubblico del Tg1 sommata al calo del Tg5 non giustifica da sola l'incremento registrato dal Tgla7. Ciò significa che il bacino degli ascolti dei telegiornali è aumentato in generale.



Il cda ha dato via libera a tre fiction: Mia madre, Micol e le sorelle Fontana e La battaglia di Vienna del 1683. Ma il film sulla battaglia di Vienna, realizzato da Renzo Martinelli (regista di Barbarossa), ha diviso il consiglio. Il contratto per la produzione del nuovo film di Martinelli verrà realizzato in due versioni, una per il cinema, l'altra per la tv, ma ha avuto il voto contrario dei consiglieri di opposizione Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e del presidente Paolo Garimberti che hanno espresso perplessità di natura economica e non solo.




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