A Predappio il sindaco Pd apre il museo del fascismo: «Nessuna celebrazione, interesse anche del governo»

A Predappio il sindaco Pd apre il museo del fascismo: «Nessuna celebrazione, interesse anche del governo»
di Mauro Evangelisti
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Martedì 16 Febbraio 2016, 16:29 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 15:57

Tutti sanno per cosa Predappio è famosa nel mondo: le bruschette, tra le più buone in zona. Ma i 150mila visitatori che ogni anno arrivano nella cittadina a diciotto chilometri da Forlì, sono interessati anche ad altro: alla cripta di Mussolini, nel cimitero di San Cassiano, o alla casa natale del Duce, attorno alla quale Predappio Nuova si è sviluppata e dove si svolgono mostre (3 euro il costo del biglietto) sulla storia del Ventennio. Ora il sindaco democrat, Giorgio Frassinetti, è riuscito a concludere - o almeno è molto vicino al traguardo - il percorso che consentirà, nel 2019, di inaugurare il Museo del Ventennio, proprio nella grande Casa del Fascio che era stata inaugurata nel 1937, che nel dopo Guerra prima ha ospitato una sezione del Pci, poi alcune aziende, ma da vent’anni è vuota. 

«Prima di tutto non chiamiamolo museo - precisa Frassineti - perché lontano da noi l’idea di fare qualcosa di celebrativo di quell’epoca. Inoltre, diciamo che voi giornalisti siete sempre un po’ ottimisti, ancora manca qualche tassello per i finanziamenti del Govenro. Io sono convinto che per il 2019 riusciremo ad aprire questo Centro, ma dobbiamo trovare 2 dei 5 milioni di euro necessari. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti, è venuto qui da noi, gli abbiamo illustrato il progetto, ha mostrato interesse. Entro la fine del mese verranno anche i tecnici di Palazzo Chigi, sono fiducioso che i finanziamenti ci saranno. Si aggiungeranno a quelli della Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forli, del nostro Comune e della Regione». L’operazione di restauro della Casa del Fascio comunque andrà svolta con attenzione, visto che è un edificio vincolato. 

Ma il sindaco Frassineti - 51 anni, professore di scienze all’Istituto aeronautico di Forlì - non teme che il Museo del Fascismo (ops, il Centro di documentazione), anche contro la sua volontà, andrà ad alimentare soprattutto il turismo nostalgico, quello che affolla i tre negozi di souvenir kitsch-fascisti e che affolla il cimitero di San Cassiano in occasione di alcune ricorrenze? «No, tutt’altro. Non è vero che i 150 mila visitatori di Predappio siano tutti nostalgici, anzi sono una minoranza. Ci sono anche tanti stranieri, tedeschi, francesi, inglesi, spagnoli, che magari vanno nella Riviera romagnola però si prendono anche un giorno per visitare Predappio, per interesse storico. Noi vogliamo aiutare l’Italia a superare il problema della rimozione storica. La cultura è l’arma più forte e vogliamo seguire l’esempio dell’esperienza tedesca: in Germania sono sorti centri di documentazione sul Nazismo, proprio per fare i conti con la propria storia, grazie alla conoscenza di ciò che avvenne».

Qualcuno nel Pd non le ha mai detto ”che diavolo stai facendo, Frassineti”? «No. Però sei anni fa 300 signori che si definivano anti fascisti mi tirarono i pomodori a Forlimpopoli, perché andai a parlare di Mussolini a Casa Artusi. Dissero che se parli a tavola di fascismo finisci per celebrarlo, una grandissima cavolata. Dovetti andarmene scortato dai carabinieri. Io sono al secondo mandato: la prima volta che fui eletto vinsi di cento voti. La seconda invece ho preso il 45 per cento, su quattro liste. Veda lei...». 

L'ipotesi che il Governo finanzi il museo nella Casa del Fascio ha già sollevato polemiche.  Dice Giovanni Paglia, parlamentare di Sinistra italiana: «Realizzare un Museo del Fascismo a Predappio è un'idea sbagliata, per di più con finanziamenti pubblici.  Il Governo lasci perdere: del turismo che affolla quel posto si può e si deve fare a meno».

Il capogruppo del Pd del consiglio regionale dell'Emilia-Romagna, Stefano Caliandro, precisa: «Se l'intenzione è quella di creare un luogo di memoria sui crimini fascisti ben venga. Credo tuttavia che possa essere questa l'occasione per riaffermare la richiesta di integrare il reato di apologia di fascismo, anche con riferimento alla vendita e diffusione di beni, gadget o oggetti vari con immagini del regime fascista e nazista». Il parlamentare forlivese del Pd, Marco Di Maio, si schiera invece con il sindaco di Predappio: ««Costruire un luogo che ricostruisca la storia del Novecento italiano, che faccia i conti con il nostro passato ed esamini e spieghi come sia stato possibile che un intero popolo si sia consegnato nelle mani di regimi totalitari. È questo ciò che vogliamo costruire a Predappio discutendone assieme al Governo, all'Anpi nazionale, regionale e provinciale, alla Regione, al Comune, alla Fondazione cassa dei risparmi di Forlì: l'esatto contrario di un museo dedicato al fascismo, come in maniera errata viene riportato in queste ore».

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