Isis, sospetto foreign fighter bloccato a Ravenna: è un tunisino di 27 anni

Louati
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Mercoledì 22 Aprile 2015, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 25 Aprile, 23:33
A Ravenna la Digos ha bloccato uno straniero fortemente indiziato di essere un "foreign fighter".



L'uomo era controllato da tempo. Non è ancora noto se stesse per arruolarsi nelle milizie Isis o se avesse avuto già un ruolo attivo nei conflitti in corso in Africa e Medio Oriente.



Il fermato è un tunisino di 27 anni, Louati Noussair, residente a Ravenna e senza fissa dimora, frequentava anche Milano. L'indagine su di lui era partita a febbraio da parte delle Digos di Bologna e Ravenna, coordinate dal procuratore di Bologna Roberto Alfonso, a capo della Dda.



Gli uomini della Digos lo hanno bloccato la scorsa notte in strada nel quartiere ravennate della Darsena di città, dietro alla stazione ferroviaria e a due passi da via Marani dove abita la moglie italiana dalla quale il tunisino ha avuto una figlia. Nouassir Louati, che in quel momento stava conversando con altri maghrebini, non ha opposto resistenza.



La Polizia di Stato gli stava dietro da quando l'11 di febbraio scorso era andato fino al centro culturale islamico di viale Jenner a Milano per cercare, invano, un contatto per arruolarsi il prima possibile. Il giovane, difeso dall'avvocato Francesco Furnari, si trova in carcere a Ravenna con l'accusa di essersi arruolato per il compimento di atti aventi finalità di terrorismo. La convalida del suo fermo avverrà a breve davanti al Gip ravennate Rossella Materia e al Pm Cristina D'Aniello.



Noussair Louati, nato a El Fahs in Tunisia il 23 novembre 1988, ha precedenti di polizia per droga: era stato arrestato il 18 febbraio scorso dai carabinieri di Marina di Ravenna con tre grammi di eroina. In quell'occasione, difeso dall'avvocato Luca Donelli, dopo la convalida era tornato libero con divieto di dimora. Secondo un'intercettazione della Polizia riportata nell'ordinanza del fermo emesso dai Pm bolognesi Antonella Scandellari e Antonio Gustapane per il pericolo di fuga, quello dello spaccio è un aspetto determinante nella sua presunta attività di foreign fighter.



In particolare due giorni fa alle 20.07, parlando con un altro maghrebino, Louati aveva spiegato che stava lavorando in tale ambito per «mettere dei soldi da parte per partire» e che era riuscito «a mettere da parte 40 euro»; aveva aggiunto che il costo del viaggio sarebbe stato «di 89 euro partendo da Milano con arrivo ad Amburgo», precisando che gli «servivano i soldi del viaggio da Ravenna a Milano» e che sarebbe andato prima a Bologna per poi raggiungere il capoluogo lombardo con un Frecciarossa. La conversazione era continuata sempre sul tema stupefacenti. Su Louati era stato in passato aperto anche un procedimento per maltrattamenti poi archiviato.




Alfano: «Prima applicazione della norma anti-foreign fighters». «Fermato un altro estremista islamico di nazionalità tunisina residente a Ravenna, 27 anni e sposato con un'italiana, che voleva raggiungere la Siria per combattere con Isis. Così è stata applicata, per la prima volta, la disposizione - contenuta nella nuova normativa contro il terrorismo - che, in particolare, sanziona la condotta di chi si arruola, in modo autonomo, in una organizzazione terroristica, impedendone così la partenza verso i teatri di guerra». Lo dice il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.



«Grazie al prezioso lavoro delle Digos di Bologna e Ravenna, coordinate egregiamente dalla magistratura felsinea - ha aggiunto Alfano - il pacchetto antiterrorismo - che ho fortemente voluto - fornisce, dunque, strumenti mirati più forti nella lotta alla minaccia jihadista».



Non solo le intercettazioni, ma anche l'esame delle chat e soprattutto quello di Facebook hanno consentito alla polizia ravennate di raccogliere elementi utili al fermo del presunto foreign fighter Nouassir Louati.
Il giovane tunisino sul suo profilo Fb usava una sua foto con una maglietta nera con scritte bianche - i colori dell'Is - e la frase: «Non ci distruggeranno, noi siamo la Umma di Maometto». Il 13 marzo commentando una foto di combattenti scrisse: «Che il signore vi dia la vittoria». Il 15 marzo fu la volta di un «mi piace» sotto alla foto di un combattente armato. Dal 20 iniziò dialogare con una comunità virtuale che come immagine di copertina ha un cavaliere con bandiera nera sovrastato dalla scritta: «Se combattere in nome di Dio è terrorismo allora io sono il primo terrorista». Ancora più abbondanti i dialoghi in chat, spesso con utenti non identificabili perchè molte volte dopo avere parlato con Louati hanno rimosso il loro profilo. Il 22 febbraio tra le altre cose scrisse: «Oh, fratello mi aiuti per arrivare da voi, non ce la faccio più?»; e poi: «Va bene è normale che chiedo di andare nello Stato dell'Is»; e ancora: «Qui si spaventano oh Dio mi dicono di non andare che è illecito e ogni volta che mi dicono così la mia fede cresce giuro». C'è anche il riferimento al suo viaggio milanese per cercare sovvenzioni all'espatrio: «Nella moschea di Milano l'imam egiziano stava chiamando la polizia giuro. Gli ho detto se mi dava un mano per comperare il biglietto. Giuro che mi hanno tirato via dalla moschea e stavano chiamando la polizia». Compaiono pure riferimenti ad alcuni millantati obiettivi dell'Is: «E se Dio vuole conquistiamo Roma e vengo a liberare mia figlia»; e ancora: «Si alzerà la bandiera di Allah sulla torre di Pisa». Per quanto riguarda la intercettazioni telefoniche, c'è a un certo punto chi gli dice di «non preoccuparti: il Jihad ti ripagherà. Chi lascia qualcosa per Allah, Allah lo ripagherà». Le sue intenzioni, che non ha mai nascosto, vengono infine fuori nette in un dialogo con un palestinese che dice di trovarsi in un campo profughi alla periferia di Damasco: «Io sto arrivando, se Dio vuole voglio fare il Jihad per Dio».
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