Genova, incendio in ospedale: muore un paziente nel reparto di oncologia. Forse è suicidio

Incendio all'ospedale San Martino
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Sabato 12 Aprile 2014, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 18:47

Un incendio divampato nella notte all'interno di una stanza del reparto di oncologia dell'ospedale San Martino di Genova, il padiglione Dimi, ha causato la morte di un malato terminale, Marco Tessier, 63 anni. La moglie che lo assisteva, avvolta dalle fiamme, è rimasta ustionata sul 15% del corpo ma è riuscita a chiamare i soccorsi ed è stata curata degli infermieri, che hanno spento il fuoco con una coperta. La donna è stata poi portata sotto choc al centro Grandi ustionati dell'ospedale Villa Scassi. Venticinque pazienti sono stati sfollati dal reparto, dichiarato inagibile dai vigili del fuoco: alcuni malati sono rimasti lievemente intossicati dal fumo provocato dall'incendio del materasso.

Ipotesi suicidio. Sarebbe stato un suicidio, un atto autolesionistico, la causa del decesso del paziente avvenuto questa notte nel rogo all'ospedale San Martino di Genova. È quanto trapela dalla procura genovese che indaga sulla vicenda.

Al momento è stato aperto un fascicolo per atti relativi al decesso, il cosiddetto modello 45, senza ipotesi di reato. Le indagini proseguono.

La moglie della vittima. «Ho visto le fiamme avvolgere mio marito ho provato subito a tirare via le coperte ma non sono riuscita a spegnere l'incendio. Così ho provato a sollevarlo e portarlo fuori dalla stanza ma non ci sono riuscita». È questo il racconto di Carla Belloni, 52 anni. La donna si trova ricoverata nel centro grandi ustionati dell'ospedale Villa Scassi di Sampierdarena ma prima di salire sull'ambulanza ha raccontato quanto successo a una degente del reparto che era stata sfollata. «È successo tutto all'improvviso - ha detto la donna - Ho sentito un calore fortissimo e Marco era avvolto dalle fiamme. Ho provato a salvarlo, ma non ci sono riuscita». Carla ha chiesto aiuto alle infermiere ma anche loro non sono riuscite a trascinare Tessier fuori dalla stanza. Il calore era tanto intenso che la poltrona sulla quale si trovava seduta la donna si è fusa e le è rimasta attaccata al corpo.

L'ipotesi della sigaretta accesa. Tra le possibili cause che hanno innescato l'incendio non è esclusa una sigaretta accesa vicino alle bombole di ossigeno.

L'ospedale: poteva essere una strage. «Il gesto coraggioso e professionale dell'infermiera che ha chiuso la porta della stanza dove si è sviluppato l'incendio - dice la direzione sanitaria dell'ospedale - ha evitato che il bilancio di questo gravissimo incidente fosse peggiore».

Aperta inchiesta interna. La direzione sanitaria dell'ospedale ha aperto un'inchiesta interna per accertare le cause del'incendio. I vigili del fuoco intanto hanno dichiarato inagibile l'intero reparto. Il Dimi è un padiglione in dismissione, tanto che era previsto il trasferimento di tutti i pazienti all'Ist entro maggio. «A qusto punto - dicono dalla direzione sanitaria - il Dimi non riaprirà più».

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