«I suoi capi non fanno nulla - scrive Il Secolo XIX - la notizia esce sui giornali e improvvisamente scatta il pugno duro: ritiro dell'arma, sospensione, licenziamento». La donna fa ricorso in tribunale e dimostra di avere problemi psicologici, «il giudice le crede e dice che la punizione era 'illegittima'». Lo stesso giudice ritiene però, in base alla legge Fornero, che «la riassunzione non sia giustificata» e che alla donna spetti «un indennizzo di un anno e mezzo di stipendio».
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