Calabria, corruzione e peculato in Sacal: 5 mila euro per un giorno a Milano

Calabria, corruzione e peculato in Sacal: 5 mila euro per un giorno a Milano
di ilario filippone
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Mercoledì 12 Aprile 2017, 08:39
Nell’hit parade delle parentopoli italiane c’è anche la Sacal spa, la società mista a capo dell’aeroporto di Lamezia Terme. In manette, all’alba di oggi, sono finiti i vertici della partecipata, il presidente Massimo Colosimo e il direttore generale Pierluigi Mancuso, nei cui confronti la procura muove accuse infamanti: peculato e corruzione. Un mandato di cattura è stato notificato anche alla responsabile dell’ufficio legale, Ester Michienzi. Secondo l’inchiesta, svolta dalla Guardia di finanza, i tre si sarebbero spesi per amici, parenti e amanti di una ristretta cerchia di burocrati e politici locali, garantendo a tutti un lavoro sottocasa e uno stipendio sicuro. Gli inquirenti hanno squarciato un velo sul progetto “Garanzia giovani”, un tirocinio di formazione ben retribuito e finanziato con fondi comunitari. “La selezione dei candidati – scrive il gip Velentina Gallo – è avvenuta con modalità clientelari, nonostante la società sia prevalentemente finanziata con denaro pubblico”.Ma c’è altro, e che altro. Gli investigatori contestano agli indagati anche alcune gite a spese dei contribuenti. E’ il caso della limousine presa a noleggio per viaggiare comodi sulla Milano-Torino. Quel soggiorno a scrocco, durato poco più di 24 ore, è costato ai contribuenti 4.399 euro. Il duo Colosimo-Michienzi ha pernottato nel lussuosissimo hotel Bulgari. Di questi viaggi di piacere, stando alle carte dell’inchiesta, le Fiamme gialle sono riusciti a documentarne almeno tre. Per presenziare a un corso di formazione alla Bocconi, il presidente di Sacal e il suo fidato direttore generale, Pierluigi Mancuso, hanno dilapidato 8.688 euro in soli tre giorni. Il primo ha prenotato una suite al Bulgari, il secondo ha preferito il sontuoso hotel Armani. Tutto a spese dei contribuenti, ovviamente. I provvedimenti sono stati firmati dal gip Valentina Gallo. Per i tre indagati sono stati disposti gli arresti domiciliari. Indagando in gran silenzio, gli investigatori hanno fatto luce su “una serie di consulenze fantasma”, stimate in 124 mila euro, nonché sul  “sistema clientelare” che, negli anni, ha permesso alla politica di lottizzare Sacal. Nel progetto “garanzia giovani”, ad esempio, sono stati reclutati amici, parenti e amanti di illustri manager della Regione Calabria e politici locali: per tutti, 400 euro al mese e successiva assunzione in Sacal o altrove. I magistrati hanno documentato l’arrembaggio: il presidente della Provincia di Catanzaro ha segnalato un amico di famiglia, il dirigente della Regione Giuseppe Mancini, invece, la nipote. L’assessore comunale di Conflenti ha lasciato tre nominativi, mentre il vicesindaco di San Mango d’Aquino è sceso in campo per sponsorizzare il figlio. Un consigliere comunale di Lamzia Terme è riuscito ad infilarne addirittura quattro, corso di formazione e paga sicura anche per i figli di due funzionari del Centro per l’impiego. “In Sacal – ha detto stamane il procuratore Salvatore Cucio – il mercato del lavoro è stato gestito in maniera clientelare, a discapito dei più meritevoli”.
Ilario Filippone
 
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