I detenuti, ospitati in regime di custodia aperta nel padiglione di recente costruzione del carcere irpino, hanno desistito quando il direttore del carcere, Gianfranco Marcello, li ha fatti parlare con un loro compagno detenuto, all'origine della protesta in quanto avrebbe subito maltrattamenti e violenze da parte degli operatori in servizio. Il gruppo di detenuti, tutti originari del napoletano, ha forzato il cancello di ingresso dell'infermeria e immobilizzato i due agenti presenti all'interno. Smentite le voci secondo le quali i detenuti avrebbero aggredito con calci e pugni i due ostaggi: «Non è stato torto loro un capello» fanno sapere fonti della Casa circondariale. Secondo fonti sindacali, la protesta ha visto protagonisti tutti i 150 detenuti dello stesso padiglione, nel corso della quale sarebbero state distrutte suppellettili e danneggiate le celle. Insorgono le organizzazioni sindacali della Polizia Penitenziaria che alcune settimane fa, in occasione della festa del Corpo, manifestarono incatenati all'esterno del carcere per protestare contro «la mancanza di sicurezza nella quale lavorano gli agenti in servizio ad Ariano, l'organico sottostimato e l'inadeguatezza delle strutture di detenzione».
«Un carcere in mano ai detenuti» sottolineano i vertici nazionali e regionali del Sappe, Donato Capece e Emilio Fattorello, che insieme alle altre sigle sindacali Uilpa, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Cgil Funzione Pubblica, chiedono «la immediata sostituzione del direttore del carcere di Ariano Irpino e del provveditore regionale». «Da tempo - sostiene Leo Beneduci, segretario generale di Osapp - denunciamo inascoltati la mancanza di sicurezza legata a condizioni di adeguato trattamento dei reclusi e al rispetto delle regole».
Lo stesso sindacalista chiede la rimozione del Provveditore regionale, Giuseppe Martone: «Chiediamo che venga sostituito. Come agenti, non possiamo essere picchiati, minacciati e sequestrati».
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