«Salire su un palco, oggi, significa anche scegliere da che parte stare. Le parole che usi possono fare la differenza». È il cuore, questo, della lettera che Gino Cecchettin ha indirizzato agli artisti che in questi giorni partecipano all'Aperyshow, il grande evento di beneficenza a base di musica e spettacolo in corso di svolgimento ad Arsego di San Giorgio delle Pertiche.
La musica come motore del cambiamento culturale
Una lettera che si unisce a due vademecum - uno per i cantanti e l'altro per le case editrici - realizzati dalla Fondazione Giulia Cecchettin per ribadire l'importanza e il peso che le parole hanno nelle dinamiche sociali, in primis nella trattazione di temi come la violenza di genere, e che si legano a quanto già sostenuto dalla famiglia di Giulia all'indomani della pubblicazione delle motivazioni della sentenza di condanna di Filippo Turetta. Una sentenza in cui le parole scelte dai giudici (in particolare nel passaggio in cui le 75 coltellate inferte alla 22enne sono definite frutto di «inseperienza» da parte dell'omicida e non di crudeltà e accanimento) hanno spinto i Cecchettin a una approfondita riflessione sul tema.
A questa riflessione, portata avanti dalla Fondazione Giulia Cecchettin, si è voluta unire anche Aperyshow Charity Even. Due realtà che si legano per rendere la musica portavoce di rispetto e consapevolezza. Aperyshow è stato il primo Charity Festival italiano la cui edizione 2025 è in svolgimento all’area Campo Fiera di Arsego dal 24 aprile al 1° maggio. Le due realtà lanciano insieme un appello a tutti gli artisti e alle case discografiche per promuovere un linguaggio musicale più rispettoso, consapevole e inclusivo.
A firmarlo è il padre di Giulia e presidente della Fondazione nata per trasformare il dolore della sua tragica scomparsa in un impegno concreto contro la violenza di genere. In una lettera aperta rivolta agli artisti che si esibiranno sul palco del festival, Cecchettin invita i musicisti a riflettere sulla forza delle parole che usano nelle loro canzoni e sull’impatto che queste possono avere sui giovani. Nel solco di questo messaggio, la Fondazione ha realizzato e diffuso due strumenti di sensibilizzazione: un vademecum per i cantanti, con consigli su come evitare stereotipi, romanticizzazione della violenza o linguaggi tossici nei testi delle canzoni (consegnato a tutti gli artisti) e un vademecum rivolto alle case discografiche, per promuovere pari opportunità, sicurezza e inclusione nel settore musicale.
L’obiettivo è coinvolgere chi fa musica nel cambiamento culturale necessario per prevenire la violenza di genere, a partire dal palco e dalla produzione musicale.
«L’edizione 2025 dell’Aperyshow devolverà parte delle donazioni raccolte alla Fondazione Giulia Cecchettin, confermando lo spirito solidale che da oltre dieci anni caratterizza il festival - spiega l'organizzazione -. Un gesto concreto che si affianca a un’azione simbolica potente: quella di usare la musica non solo per intrattenere, ma anche per educare, ispirare e costruire una cultura della parità e del rispetto».
La lettera di Gino agli artisti
Di seguito il testo integrale della lettera.
«Carissimo artista,
in occasione della tua partecipazione all’Aperishow di Arsego, desidero rivolgerti un pensiero che nasce da un luogo profondo e personale, ma che parla anche al presente di tutti noi.
Come sai, sono il padre di Giulia Cecchettin e presidente della Fondazione che porta il suo nome.
Giulia potrebbe essere al concerto stasera ma non potrà farlo.
A Giulia sarebbe piaciuto stasera ballare e cantare assieme ai suoi coetanei, lei non ballerà più, non ascolterà più nessuna canzone o concerto.
Il motivo presumo che tu lo sappia, colui che diceva di amarla ha deciso per lei il suo destino di vita.
La mia missione ora è lavorare ogni giorno per contrastare la violenza di genere, promuovendo una cultura del rispetto, della consapevolezza e della responsabilità collettiva.
Per questo mi rivolgo a te non solo come musicista ma come comunicatore e creatore di immaginario: le parole che scegli, i messaggi che trasmetti, arrivano a migliaia di giovani, e lasciano tracce.
Lo sai benissimo che le parole che usi possono fare la differenza.
Le parole sono potentissime: possono creare empatia o distacco, comprensione o pregiudizio, gioia o dolore, amore o odio, violenza o pace.
Ti invito a riflettere sul valore di questa occasione: salire su un palco, oggi, significa anche scegliere da che parte stare.
Ti chiedo, con tutto il rispetto e la fiducia che si deve agli artisti veri, di considerare la possibilità di lasciare da parte, in questa e in future esibizioni, quei contenuti che – consapevolmente o no – possono alimentare una cultura della sopraffazione.
Abbiamo bisogno della tua arte. Abbiamo bisogno che dica libertà, dignità, amore, bellezza.
Abbiamo bisogno di artisti che sappiano anche cambiare spartito».
Con stima e fiducia,
Gino Cecchettin
Il vademecum per i cantanti
CONTRO LA VIOLENZA TUTTA
- Evita il linguaggio sessista e violento. Non usare parole che denigrano, sessualizzano o giustificano la violenza di genere. Ogni parola deve rispettare la dignità delle persone.
- Promuovi l’uguaglianza e il rispetto reciproco. Racconta relazioni sane, basate sulla parità e sul rispetto. Supera gli stereotipi di genere, mostrando donne e uomini come individui complessi, liberi e indipendenti.
- Non romanticizzare la violenza e la gelosia. La violenza, fisica o psicologica, non è mai un atto d’amore e nemmeno la gelosia. Non trattarle come temi positivi o romantici nelle canzoni.
- Sostieni la consapevolezza emotiva. Le emozioni vanno esplorate in modo sano e riflessivo. Non incitare (oppure evita di incitare) a comportamenti tossici o a legami distruttivi.
- Le ingiurie non sono argomenti. Denigrare non è arte. Evita offese gratuite e discorsi che riducono una persona o un gruppo a semplici insulti.
Musica come potere, non come strumento di oppressione.
Le tue parole possono costruire ponti o alzare muri: scegli di unire.
Il vademecum per le case discografiche
CONTRO LA VIOLENZA TUTTA
- Sostieni la carriera delle artiste. Promuovi la presenza femminile in tutti i ruoli, dalle artiste agli altri professionisti (produttrici, tecniche, manager). Offri loro pari accesso a opportunità e spazi.
- Parità salariale e opportunità per le donne. Assicurati che le donne siano pagate equamente e abbiano le stesse opportunità di carriera e visibilità degli uomini nel settore musicale.
- Abbatti il sessismo e la discriminazione. Combatti gli stereotipi di genere e la discriminazione nel settore musicale. Fai in modo che tutte le persone, indipendentemente dal loro genere, possano esprimersi liberamente.
- Garantisci un ambiente sicuro e rispettoso. Adotta la zero tolleranza per abusi, molestie e discriminazioni. Le donne devono sentirsi al sicuro in ogni ambiente professionale, sia sul palco sia fuori.
- Incoraggia la diversità e l'inclusione. Celebra tutte le identità di genere e orientamenti sessuali. Crea una scena musicale inclusiva che valorizzi voci diverse e contrasti le narrazioni omogenee e oppressive.
Musica come potere, non come strumento di oppressione.
Le tue parole possono costruire ponti o alzare muri: scegli di unire.