Edith Bruck: «Mi ricredo sui migranti, portano l’antisemitismo. Zerocalcare? Decisione assurda»

La testimone della Shoah sul caso Zerocalcare: «Non andare a Lucca Comics è stata una decisone assurda»

Edith Bruck, il dietrofront «Mi ricredo sui migranti, portano l’antisemitismo. Zerocalcare? Decisione assurda»
di Marco Ventura
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Venerdì 3 Novembre 2023, 22:23 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 08:57

Il dolore, la disperazione, il peso della memoria. Nelle parole fortissime di Edith Bruck, 92 anni, sopravvissuta alla Shoah e ai campi di Auschwitz e Dachau, intervistata da “LaPresse”, c’è questo e molto altro. Arriva a fare autocritica pure sulla tolleranza verso i migranti. «Noi democratici, io e tanti amici miei, siamo sempre stati per l’accoglienza dei profughi e di tutti coloro che poveracci affogavano nel mare. Ma in Francia il risultato qual è stato? Otto milioni di musulmani: tra loro anche chi purtroppo ha imparato l’antisemitismo e disegna le stelle di David sui muri». Si dice sconvolta, la scrittrice che nei lager aveva 13 anni e oggi rivive l’ondata di odio. «Mi dispera, l’antisemitismo. Provo una disperazione totale. Eppure non sono sorpresa, l’antisemitismo è sempre stato vivo e non verrà mai sradicato. Io non ho paura, ma sono dispiaciuta per quel che accade». 
È sconvolta, la Bruck, dalle immagini della mattanza di Hamas il 7 ottobre in Kibbutz e villaggi, al rave di giovani nel deserto. Ripiomba nell’incubo di quand’era bambina. E poi quelle stelle di David sugli usci delle case di ebrei a Parigi. «Prima ce l’avevamo con Salvini e Meloni, ora pure noi stiamo cambiando idea, è una cosa grave. Sono sempre stata per accettare i migranti, adesso non la penso più così… Più ne arrivano e più antisemitismo portano». 

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SENZA FIATO

Il catalizzatore dell’angoscia che la attanaglia come allora, è stato il 7 ottobre e la guerra a Gaza. «Non ci sono parole per descrivere chi taglia la testa a un bambino.

La strage dei Kibbutz mi ha tolto il fiato, non riuscivo a respirare. Mi è tornato alla mente immediatamente quando ad Auschwitz durante la deportazione ho visto giocare a calci un tedesco con la testa sanguinante di un bambino. Queste scene non me le toglierò mai dalla testa e dagli occhi. Queste sono cose da barbari, questo è terrorismo. Io non voglio che tocchino nessun bambino al mondo, non importa quale sia la loro religione». Certo che tutte le guerre sono detestabili, aggiunge, ma questa di oggi «è una cosa da barbari, una volta c’erano due eserciti che si misuravano, ora sono coinvolti i civili: bambini, anziani, giovani. Hamas è disumano. Come posso chiamarli? Servirebbe un nuovo linguaggio». Non c’è speranza nelle parole della Bruck. La soluzione alla fine del conflitto in Medioriente sarebbe «due popoli e due Stati», dice. «Ma credo che Israele non voglia, e Hamas dichiara che vuole uccidere tutti gli ebrei del mondo, anzi dice “annientare”, come i nazisti, così tutto diventa complicato».

Non c’è una luce in fondo, niente. La notte della memoria. L’odio che ritorna. Senza la paura di allora. Ma con la stessa disperazione. «L’odio verso gli ebrei è cominciato più di duemila anni fa e non è mai finito. Puntualmente torna. Sembra che siamo un’entità unica, come se non ci fossero ebrei diversi dagli altri: se uno è colpevole lo sono tutti, se uno ruba sono tutti ladri». Che è, esattamente, la descrizione, la definizione, del razzismo.

IL CASO

Un passaggio lo dedica anche alla decisione di ZeroCalcare di disertare Lucca Comics perché patrocinato dall’ambasciata israeliana. «Non serve fare la guerra singolarmente, è una cosa assurda. Ci sono dei comportamenti totalmente fuori luogo, anche perché personaggi pubblici hanno la responsabilità di dare dei segnali. Ormai tutti sono contro Israele». Infine, un ricordo. «Un giorno Italo Calvino venne a casa mia e mi disse: “Voi dovete andare in America, perché i tuoi lettori sono lì”. E io risposi: “Voi chi?”. Questo voi, voi ebrei, è entrato nel linguaggio di tutti i giorni, come se tutti noi ebrei fossimo uguali. Ancora oggi, il 15 per cento della popolazione nega la Shoah, è impressionante. È da anni che ho cominciato a testimoniare e a scrivere… È stato tutto inutile». 
 

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