Concessioni balneari, l'ora dell'autocritica: «Ci siamo adagiati sulle proroghe»

Concessioni balneari, l'ora dell'autocritica: «Ci siamo adagiati sulle proroghe»
di Teresa Infanti
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Lunedì 4 Aprile 2022, 08:45 - Ultimo aggiornamento: 5 Aprile, 11:47

CAORLE - «Ci siamo colpevolmente adagiati sul regime delle proroghe della direttiva Bolkenstein. Se saremo costretti ad affrontare lo scenario dell'evidenza pubblica, dovremo farlo preparando al meglio le nostre aziende». Così Alessandro Berton, presidente UnionMare Veneto, al convegno sul futuro della costa veneta che ha inaugurato, dopo il taglio del nastro e i saluti istituzionali, la 51. edizione della Fiera dell'Adriatico di Caorle, organizzata da Venezia Expomar Caorle, Associazione Jesolana Albergatori, comuni di Caorle e Jesolo con il patrocinio della Regione. La Fiera, che ha ottenuto da poco il riconoscimento di evento di rilevanza nazionale, è la principale vetrina per il comparto turistico, che dopo due anni di emergenza sanitaria e in piena crisi energetica anche per effetto della guerra in Ucraina, prova a guardare con ottimismo al futuro. Al taglio del nastro era presente anche il presidente Zaia, che dopo aver salutato uno ad uno tutti gli espositori distribuiti nei 109 stand del Palaexpomar, ha sottolineato ancora una volta il valore del turismo in Veneto, «la più grande industria della nostra Regione», e la necessità di avere «regole chiare sulle concessioni demaniali che tengano conto degli investimenti e dalla storia imprenditoriale di chi ha valorizzato un territorio da bonificare e dove c'era la malaria».
Tanti gli spunti di riflessione emersi durante i saluti istituzionali con il sindaco di Caorle, Sarto, il presidente di Expo Caorle Furlanis, l'assessore di Jesolo Scaroni, il presidente dell'Aja, Maschio, e il presidente della Camera di Commercio Venezia e Rovigo, Zanon. Il presidente di Federalberghi Veneto, Massimiliano Schiavon, ha messo in evidenza l'importa della formazione per ricreare un nuovo modello del turismo dell'Alto Adriatico: «Non deve riguardare solo le scuole e chi forma i ragazzi. La formazione riguarda anche degli imprenditori: dobbiamo ricreare il modello all'interno della nostra organizzazione aziendale». L'assessore regionale al Turismo, Federico Caner, ha ricordato che nel Piano della politica regionale di coesione 2021 2027 è stato assegnato un budget di 90 milioni alla promozione, al sostegno e alla digitalizzazione del settore turistico: «Abbiamo dovuto lottare per ottenerli perché a livello europeo non capivano che il turismo per noi è la prima industria.

Ciò che dobbiamo fare è crescere nella qualità dell'offerta, senza rinunciare ai numeri. Dobbiamo lavorare sull'accoglienza e sulla sostenibilità ambientale». Berton (Unionmare) ha sottolineato come sulla Bolkestein ci siano «responsabilità della politica, che dal 2006 ad oggi non è riuscita a trovare una soluzione legislativa al tema, e delle imprese, che si sono adagiate sul regime delle proroghe. Dobbiamo ripartire dai principi fondanti della legge regionale 33 del 2002 che è fortemente innovativa perché ha detto - introduce una visione etica del fare impresa, garantendo a loro continuità e al territorio riqualificazione». «Sulla questione delle concessioni demaniali ha affermato la presidente della Conferenza dei sindaci del litorale veneto, Roberta Nesto - siamo fortemente preoccupati perché ci metterà di fronte a procedure che ci troveremo ad applicare con un impianto normativo ancora poco chiaro. L'obiettivo primario è tutelare e salvaguardare le nostre aziende che hanno fatto turismo creando opportunità di lavoro e di crescita per i nostri territori. Come sindaci, quindi, vogliamo essere ascoltati e auspichiamo di essere parte dei tavoli della concertazione come voce dei territori».


EROSIONE

La eurodeputata Rosanna Conte ha infine portato al tavolo un altro tema di rilievo: l'erosione costiera. L'esponente della Lega ha ricordato la recente missione in Olanda e il progetto pilota che potrebbe partire per la difesa di tutto il litorale dell'Alto Adriatico: «È necessario cambiare approccio nei confronti dell'annoso tema della protezione costiera. Le strategie messe in atto negli ultimi anni, come quella del ripascimento, non bastano più. Servono delle soluzioni incisive che agiscano sulla prevenzione. Le buone pratiche ci sono già a livello internazionale, ma vanno chiaramente adattate al nostro contesto».

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