MOGLIANO - Un bottino stellare, che si aggirerebbe addirittura sul milione di euro tra gioielli, orologi di lusso tra cui diversi Rolex e altri oggetti preziosi. E’ caccia alla banda che domenica sera, pistole in pugno, ha rapinato la sontuosa villa del noto petroliere Giancarlo Miotto, 79 anni, tenendo in ostaggio lui, la moglie di 51 anni, la figlioletta di 7 e due domestiche. Sui quei 40 minuti da incubo - ripresi dalle telecamere della villa - indagano ora i carabinieri della compagnia di Treviso e del Nucleo investigativo. L’ipotesi è che si tratti di una banda dell’Est Europa. Agli ostaggi parlavano in un italiano con accento straniero, tra loro in albanese, secondo una domestica. Quattro i rapinatori che hanno fatto irruzione poco prima delle 19.30 ma i complici sarebbero di più, con almeno un altro uomo a fare da palo e a garantire la fuga. Secondo gli investigatori il piano, studiato nei minimi dettagli, prevedeva anche più di un’auto per la fuga.
I FILMATI
I militari stanno passando al setaccio tutti gli elementi raccolti, a partire dai filmati delle telecamere della villa.
LA RICOSTRUZIONE
I malviventi, travisati dal passamontagna, si sono introdotti nella villa scardinando la porta-finestra della cucina con un piede di porco. L’unico infisso non protetto dagli scuri ma chiuso soltanto a chiave. Due di loro avevano delle pistole. Il resto dell’equipaggiamento comprendeva torce elettriche e sacchi in cui infilare la refurtiva. I rapinatori avevano ben chiaro l’obiettivo. La banda si è mossa in fretta e con sicurezza, a caccia delle casseforti nascoste nella dimora, da farsi aprire dietro minacce anche di morte. Il fatto che non si siano “accontentati” dopo l’apertura del primo forziere, quello nella camera da letto, ma che abbiano insistito fino a mettere le mani nel caveau induce a pensare che conoscessero l’obiettivo.
IL BASISTA
Forse grazie a un basista. Che potrebbe essere l’interlocutore misterioso con cui dialogava uno dei rapinatori, stando al racconto di Miotto. Sospetti precisi al momento non ce ne sono ma l’attenzione degli inquirenti si concentrerà su chi ha avuto contatti con la villa e i suoi inquilini. In base alle prime ricostruzioni la banda sarebbe scappata percorrendo a ritroso il tragitto fatto all’andata: ovvero passando attraverso la porta-finestra scardinata per poi dileguarsi passando attraverso il giardino della villa. Il custode si è trovato faccia a faccia con uno di loro in garage. Nella fuga i malviventi hanno abbandonato diverse borse griffate che avevano arraffato poco prima: zavorre che ne avrebbero rallentato la fuga.
IL PRECEDENTE
I carabinieri stanno esaminando possibili collegamenti con altri colpi simili. La notte tra il 6 e il 7 luglio, sempre lungo in Terraglio, ma nel territorio di Preganziol, era finita nel mirino la villa di un altro personaggio molto noto e facoltoso: Giuseppe Marcello del Mayno, coetaneo di Miotto. Lui, la moglie e la figlia erano stati presi in ostaggio da tre malviventi che, armati di cacciaviti, si erano fatti consegnare contanti e preziosi. Anche in quel caso la banda aveva scavalcato la recinzione e aveva forzato una finestra al pianterreno, colpendo però nel cuore della notte.