Ucraina, Moldavia verso «il limite» di accoglienza. «Situazione drammatica. Bambini non identificati vittime della tratta»

In Moldavia l'ondata di profughi ha fatto aumentare la popolazione del 4%

Ucraina, profughi tornano indietro dalla Polonia. Moldavia verso il limite di accoglienza: popolazione aumentata del 4%
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Lunedì 14 Marzo 2022, 12:03 - Ultimo aggiornamento: 18:29

Continua ad aumentare il numero di profughi ucraini diretti verso la Moldavia e la Polonia. Si tratta per lo più di donne e bambini, costretti a salutare il proprio Paese e con esso padri e mariti, rimasti in patria per respingere l'invasione russa. I confini si trasformano in luoghi di accoglienza che ben presto non riusciranno più a sostenere l'incessante flusso migratorio. Solo nella piccola Moldavia, poco più di 2 milioni e mezzo di abitanti, sono 328.000 i rifugiati che hanno attraversato il confine, fa sapere ministro degli Esteri moldavo Nicu Popescu.

La frontiera testimonia anche storie di chi non cel'ha fatta a lasciarsi tutto alle spalle e ha deciso di tornare indietro. È la storia di tre donne, salite su un treno per far ritorno in Ucraina dopo essersi rifugiate in Polonia.

Secondo l'agenzia della guardia di frontiera del Paese più di 220 mila ucraini sono tornati a casa nelle ultime due settimane.

Dalla Polonia un treno per tornare in Ucraina

Due giorni dopo essere fuggite in Polonia, sabato sera tre generazioni di donne Zhanna, Nadiia e sua figlia di 12 anni Kira sono salite a bordo di un treno per tornare in Ucraina, verso Mykolaiv, città ormai distrutta dagli orrori della guerra. Zhanna Sinitsyna, la nonna, aveva paura di tornare ma non essendo riuscita a trovare un posto dove dormire in Polonia, ha preso la difficile decisione. Non si sentiva del tutto bene da quando se n'era andata. «Mykolaiv è la mia casa e ho bisogno di essere a casa», ha raccontato al Washington Post. Così si è unita ai 220.000 ucraini che, dopo una fuga frettolosa verso il confine, hanno deciso di tornare indietro. Sì perchè dalla Polonia i treni per Kiev non si sono mai davvero fermati. 

 

Perchè tornare in Ucraina?

Le ragioni per tornare verso la guerra sono tante. Alcuni si trovavo all'estero prima dell'inizio del conflitto e vogliono tornare per combattere, altri non hanno trovato oltre in confine un luogo sicuro dove stare e altri ancora semplicemente non hanno accettato l'idea di lasciare la propria vita passata per fuggire altrove. 

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Emergenza profughi al confine con l'Ucraina

Ad aggravare l'emergenza rifugiati nei Paesi al confine con L'Ucraina le ultime minacce alla città di Odessa, vicino al confine moldavo, e Leopoli, città a poco più di 70 chilometri dal confine con la Polonia, nonchè tappa intermedia dei profughi nel lungo viaggio verso l'Europa. 

«Purtroppo ci sono già stati degli attacchi a Leopoli, quindi ci aspettiamo che ci saranno ancora più persone, ancora più rifugiati che arriveranno in Polonia». Ha affermato la ministra polacca per Lavoro, famiglia e politiche sociali, Marlena Malag, intervenendo al Consiglio Occupazione, politica sociale, salute e consumatori a Bruxelles.

Ucraina (Immagine Google Maps)

Polonia e Moldavia «al limite» della capacità di accoglienza

Nel frattempo sono più di 328.000 i rifugiati ucraini arrivai in Moldavia dall'inizio dell'invasione russa, di cui circa 101.000 profughi, 48.254 bambini, che sono in ripari allestiti o in case private. Ma il Paese, mette in guardia il ministro degli Esteri moldavo Nicu Popescusi sta avvicinando al «limite» della sua capacità di accoglienza dei rifugiati ucraini: a breve potrebbe non avere più edifici per ospitarli, o per mantenerli al caldo e al sicuro. 

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In Moldavia i profughi arrivati hanno portato a un aumento della popolazione del 4%. Un assalto della Russia all'ucraina Odessa, che si trova solo a 48 chilometri dalla Moldavia, innescherebbe un enorme flusso di rifugiati e sarebbe una «completa catastrofe per la situazione umanitaria», aggiunge Popescu.

Civili in fuga verso la Moldavia (Epa)

Anche in Polonia, dove sono stati accolti quasi 1,7 milioni di profughi in due settimane, il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski, ha lanciato un appello a Onu e Ue per ricollocare i rifugiati. «Siamo al limite», dice già da qualche giorno il primo cittadino della capitale polacca, sottolineando come la quota di profughi arrivata a Varsavia in sole due settimane sia pari al 10% della sua popolazione.

Il problema dell'identificazione dei bambini 

Un grande timore è legato ad una possibile scomparsa dei migliaia di bambini profughi in fuga: sono un milione i minori arrivati tra Polonia, Ungheria, Romania. Di questi, 200 mila provengono da istituzioni di accoglienza e molti di questi, quasi la metà, sono disabili . «Uno dei problemi è proprio quello dell'identificazione dei bambini: senza un controllo, diventano vittime della tratta. È una piaga che avviene in tutte le situazioni drammatiche come questa», mette in guardia Ernesto Caffo, presidente Telefono Azzurro Onlus. 

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