Sottomarino disperso, i passeggeri hanno firmato una liberatoria: chi risponde ora legalmente del decesso?

Dal nodo del risarcimento alle responsabilità dell'azienda fino alle clausole: ecco cosa sappiamo sulla sorte legale del Titan

Sottomarino disperso, la liberatoria firmata dai passeggeri e l'ipotesi della morte: chi risponde legalmente?
di Alessandro Strabioli
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Giovedì 22 Giugno 2023, 19:38 - Ultimo aggiornamento: 23 Giugno, 00:14

La decisione di cinque persone di intraprendere un viaggio pericoloso con il sottomarino Titan per visitare il relitto del Titanic sta sollevando interrogativi su molti fronti, compreso quello strettamente legale. Ora che è arrivata la notizia della morte dei passaggeri, le domande più importanti per alcuni esperti di diritto si concentrano sulle responsabilità assunte da persone e aziende che prendono parte ad attività oggettivamente rischiose: il viaggio guidato da OceanGate ne è un esempio.

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La liberatoria

La prima questione spinosa è: quali sono le conseguenze legali in caso di decesso? Chi dovrebbe risponderne? È qui che la questione si fa delicata.

I membri dell'equipaggio hanno firmato una liberatoria per sollevare l'azienda da ogni tipo di responsabilità. Ma, secondo gli addetti ai lavori, in alcuni casi queste clausole potrebbero non essere applicabili. Negli Stati Uniti, la decisione in merito alla colpa di un operatore per quanto riguarda una catastrofe può dipendere dalle leggi dello Stato in cui opera l'azienda o anche dall'interpretazione di un giudice del modulo di rinuncia, ha affermato Kenneth S. Abraham, professore di diritto presso l'Università di Virginia.

 

I nodi legali

Nora Freeman Engstrom, esperta di diritto alla Stanford University, ha affermato che una rinuncia firmata potrebbe non assolvere la società in un caso di omicidio colposo. «Se un operatore si comporta in modo sconsiderato, la maggior parte dei tribunali non lo assolverà di certo, a prescindere dai documenti firmati dai passeggeri», ha detto Engstrom. Molti moduli di rinuncia firmati prima che si svolgano attività ricreative ad alto rischio, come il paracadutismo, lo snorkeling o lo sci, sono spesso applicabili, purché siano scritti in modo chiaro, ha affermato Engstrom, che ha aggiunto che la portata di un incidente, qualora si verificasse, inoltre deve essere incluso nei contratti. 

La clausola

David Pogue, ex passeggero del Titan, giornalista dell'emittente radiotelevisiva statunitense CBS, ha raccontato sui social network la sua drammatica esperienza, facendo riferimento proprio alle clausole. Pogue ha spiegato in un video che era assai nervoso prima dell'imbarco. Poi descrive alcuni contenuti del modulo di rinuncia che doveva firmare. Il documento descriveva il sottomarino come una «nave sommergibile sperimentale che non è stata approvata o certificata da alcun organismo di regolamentazione e potrebbe provocare lesioni fisiche, disabilità, traumi emotivi o morte».

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