Il New York Times: «Russi e cinesi ascoltano le telefonate di Trump». Pechino: fake news

Media, russi e cinesi ascoltano le telefonate di Trump
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Giovedì 25 Ottobre 2018, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 11:55
L'intelligence Usa ha accertato che Russia e Cina ascoltano spesso le telefonate personali di Donald Trump usando le informazioni che ottengono per gestire meglio i rapporti col presidente e condizionare la politica americana. Lo scrive il New York Times. Le intercettazioni sono agevolate dal fatto che il tycoon, nonostante i moniti degli 007, usa frequentemente il suo iPhone personale per chiamare gli amici e consultarsi con loro. I cinesi ne approfitterebbero in particolare per evitare l'escalation della guerra dei dazi.

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Ascoltando le sue telefonate personali, cinesi e russi imparano come Trump pensa, quali argomenti lo influenzano e chi è incline ad ascoltare. I cinesi avrebbero messo insieme una lista di amici che il tycoon chiama regolarmente, nella speranza di usarli per influenzare il presidente. Tra questi Stephen A. Schwarzman, chief executive di Blackstone Group che ha sostenuto un programma master alla Tsinghua University di Pechino, e Steve Wynn, l'ex magnate dei casinò di Las Vegas che aveva una redditizia proprietà a Macau.

I cinesi avrebbero allargato il tiro facendo 'lobbying' anche sugli amici degli amici di Trump. Il presidente ha due iPhone ufficiali che sono stati alterati dalla National Security Agency per limitare le sue capacità - e vulnerabilità - e un terzo cellulare che non è diverso in nulla dalle centinaia di milioni di iPhone in uso nel mondo. Trump tende ad usare quello personale.

LA REAZIONE
La Cina definisce «fake news» la ricostruzione del New York Times secondo cui l'intelligence Usa ha accertato che Mosca e Pechino ascoltano spesso le telefonate personali di Donald Trump al fine di usare le informazioni per gestire meglio i rapporti col presidente e per condizionare la politica americana. «Certe persone negli Usa non risparmiano gli sforzi per vincere il miglior premio per la sceneggiatura degli Oscar», ha commentato in conferenza stampa la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying.

La Cina chiede agli Stati Uniti di ritrattare le accuse rivoltegli «di interferire nelle vicende interne americane»: il ministro della Difesa, il generale Wei Fenghe, rivolgendosi senza mai citarlo al vicepresidente Mike Pence, ha accusato duramente gli Usa di «danneggiare seriamente relazioni e mutua fiducia sino-americana», aprendo i lavori dello Xiangshan Forum, appuntamento sulla sicurezza in corso a Pechino. Gli Stati Uniti, ha aggiunto, «stanno andando contro i cambi irreversibili nei nostri tempi di pace e di sviluppo».

«In un recente discorso, un alto funzionario americano ha diffamato la Cina su interferenze nelle vicende interne facendo immotivate accuse», ha detto Wei, su quanto affermato poche settimane fa da Pence che ha rincarato le affermazioni del presidente Donald Trump, in occasione degli eventi legati all'assemblea annuale dell'Onu. «Sollecitiamo con forza gli Usa a correggere le affermazioni sbagliate e le infrazioni dagli interessi della Cina e dalle relazioni bilaterali. I fatti hanno provato che l'egemonia e lo scontro nelle relazioni sono ormai obsoleti». Le parole del ministro sono maturate a pochi giorni dall' incontro di Singapore con il segretario alla Difesa americano James Mattis, tenuto venerdì a margine della riunione Asean dei ministri della Difesa.

E seguono l'analogo monito di ieri di Li Zhanshu, plenipotenziario politico del presidente Xi Jinping e componente del Comitato permanente del Politburo, espresso in una cena coi delegati dello Xiangshan Forum.
Avviato nel 2006 dall' Esercito di liberazione popolare, l'evento vuole «bilanciare» lo spazio dello Shangri-La Dialogue di Singapore, spesso usato dai Paesi vicini per sollevare la questione delle tensioni collegate alle dispute territoriali con la Cina. Quest'anno i delegati sono circa 500 provenienti da 74 Paesi diversi, tra cui Usa, Canada e altri Paesi Nato e del Sudest asiatico.
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