La settimana prossima sindacato ed azienda torneranno ad incontrarsi per vedere se l'unica strada che si intravede per la salvezza del cantiere sia realmente percorribile. L'offerta di acquisizione è stata formulata alcuni giorni dopo la messa in liquidazione della società, di proprietà di un fondo internazionale a maggioranza russa, avvenuta il 3 novembre. Prima di allora sono state diverse le manifestazioni di interesse giunte negli uffici di via Mattei, tra cui quella di una cordata di piccoli imprenditori locali. Nessuna è stata però giudicata dal Tribunale sufficientemente valida da consentire l'apertura di un concordato di continuità.
A quel punto, la decisione, meno di un mese fa, di mettere in liquidazione l'impresa. Ieri, però, lo spiraglio. C'è un gruppo industriale italiano pronto a rilevare il cantiere della nautica di lusso. Ma c'è la necessità di verificare un paio di clausole prima che la proposta possa dirsi vincolante e tale da trasformare il concordato di liquidazione in concordato di continuità. È l'unica speranza per mantenere in vita la realtà produttiva. Un nuovo confronto tra sindacato e azienda è previsto per la prossima settimana, ma c'è da far presto. Almeno per i lavoratori che, se l'accordo non sarà concluso entro il 31 dicembre, perderanno 6 mesi di cassa integrazione, entrando in vigore la riforma degli ammortizzatori sociali.
In attesa di conoscere le sorti di Isa Yacht, lo stabilimento di via Mattei è fermo. Tutti i 103 lavoratori sono in cassa integrazione a zero ore. L'apertura del cantiere è garantita da una decina di dipendenti che si occupano delle pulizie, della sicurezza. Qualche addetto alla manutenzione, l'elettricista e poi gli impiegati dell'amministrazione.