Il libro di Chiara Ingrosso e l'indagine sulla natura umana

Il libro di Chiara Ingrosso e l'indagine sulla natura umana
di Lucilla Quaglia
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Martedì 27 Febbraio 2024, 19:49 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 13:39

Indagine sulle ragioni della mente. Chiara Ingrosso ha presentato con successo, presso la libreria Feltrinelli di via Appia Nuova, il suo romanzo “La regola di Nora” (Edizion Sem): testo implacabile e magnetico ispirato a un fatto di sangue realmente accaduto in cui il personaggio di Nora Lopez si trova a indagare su quella sera del 21 settembre 2020 quando, a Lecce, Daniele De Santis e Eleonora Manta, due fidanzati sulla trentina, vengono massacrati con 79 coltellate nella loro casa di via Montello. Alla presentazione prendono parte i giornalisti Luca Sommi e David Perluigi e il gip Michele Toriello, che si era occupato del caso.

Ed ecco la storia.

La porta dell’appartamento non presentava segni di effrazione e l’assassino doveva essere in possesso delle chiavi. Per il duplice omicidio verrà condannato all’ergastolo il ventiduenne Antonio De Marco, ex-coinquilino di De Santis. Il caso ha avuto notevole eco mediatica per le ragioni che hanno spinto il giovane a uccidere. Vittima di una solitudine incolmabile, incapace di stringere relazioni di amore o amicizia, perso in un mondo di fantasie violente, Antonio De Marco dichiarerà di aver ucciso perché trovava intollerabile la felicità della coppia. «Ho scritto questo libro – spiega l’autrice - perché a mio avviso c'era bisogno di esplicitare meglio il vero mistero che restava dopo la conclusione dell'indagine di questo omicidio. Ovvero il perché due ragazzi potessero morire senza aver avuto alcun interazione con il proprio assassino.

Perché l'assassino era estremamente geloso della loro felicità. Questi sono i tipi di delitto che mi appassionano più di ogni altro perché ci concedono la possibilità di andare a sbirciare la vera natura, l'atomo puro, diciamo così, indivisibile, del male in terra. E considerarlo uguale a noi in quanto parte della specie umana. E questo è il motivo per cui il caso di Lecce aveva bisogno di essere raccontato. E poi era accaduto nella mia città e coinvolgeva due ragazzi che avevano la mia stessa identità e con i quali, insomma, avevo una cultura comune e anche delle amicizie comuni. E poi perché insomma il diario composto da questo ragazzo, Antonio De Marco, ha aperto un varco enorme, un vortice proprio risucchiante nel suo delirio. Comunque delirio consapevole secondo i giudici, ma comunque un comportamento delirante». Che cosa intende comunicare in particolare?» Chiede un ragazzo. «Attraverso il racconto di Nora Lopez vorrei stimolare il lettore ad avere un occhio di riguardo per il vero, diciamo così, la vera ragione della manifestazione del delitto: ovvero il movente al di là delle dinamiche. Poter cioè spiegare a tutte le persone che a volte agiscono di pancia, e in qualche modo erigono una barriera difensiva tra loro e il mostro, considerandolo alieno da se stessi, che invece bisognerebbe inserire nella propria forma mentis l'idea che anche l'assassino è una variabile, per quanto difettosa, sempre della specie a cui apparteniamo tutti». Applausi e firmacopie.

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