Il regolamento licenziato ieri dal Cdm, dopo essere passato al vaglio del Consiglio di Stato e, quindi, ritornato a Palazzo Chigi, verrà formalizzato con un provvedimento normativo. Una decisione netta e cristallizzata della compagine rossogialla nazionale a favore della dotazione del taser alle forze dell’ordine, anche se non coinvolge direttamente la polizia locale su cui ha competenza il Comune di appartenenza, a quel punto, potrebbe fare riprendere coraggio ai “possibilisti” che siedono sugli scranni della maggioranza nell’aula Giulio Cesare fino a ribaltare il verdetto e dare il nulla osta alla sperimentazione. Per ora solo una congettura che però potrebbe acquistare forza sotto la spinta degli agenti stessi.
Favorevoli al taser, infatti, si sono espresse a oggi diverse sigle sindacali all’interno della Polizia locale, Ugl e Sulpl in testa, che lo ritengono «uno strumento ormai indispensabile in un contesto metropolitano incandescente» e «molto più agevole, ad esempio, della pistola». Dal 2011, infatti, la dotazione dell’arma è diventata obbligatoria per tutti i nuovi assunti, mentre fino ad allora (a partire dal 2008) era facoltativa e su base volontaria. La pistola, tuttavia, rispetto ai compiti “di routine” dei vigili urbani rischia di rivelarsi uno strumento sproporzionato, mentre il taser potrebbe essere d’aiuto per gestire più facilmente situazioni a rischio, specialmente quando i caschi bianchi si trovano alle prese con drogati, ubriachi e più in generale con persone alterate e aggressive.
Motivo per cui gli agenti avrebbero richiesto anche l’utilizzo dello spray urticante a getto balistico, più preciso ed efficace di quello “conico” delle bombolette. «Il potenziamento dei dispositivi individuali di protezione è sempre un addendum positivo - spiega Raffaele Paciocca, Rsu della Cisl fp - ma bisogna prima di tutto ridisegnare la polizia locale equiparandola alle altre forze dell’ordine sotto il profilo assistenziale, previdenziale e infortunistico. I vigili sono sempre in prima linea, specie in una città difficile come Roma, eppure sono considerati normali impiegati».
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