Ospite a Storie Italiane, Valeria Grasso, testimone di giustizia, diventata simbolo nella lotta alla mafia. Era il 2004 quando lei, siciliana, denunciò il clan dei Madonia «perché contraria a subire il pizzo». «Per consentire gli arresti - racconta - mi sono messa a servizio delle forze dell'ordine. Dopo pochi mesi, trovati tre croci nere disegnate sulla vetrata della mia palestra: ho tre figli, quell croci si riferivano a loro. Ci portarono in una località segreta perché ad altissimo rischuio di vita. Rientrai solo 5 anni fa perché quella non era vita. Gli dissi proteggetemi, ma a casa mia».
Capitano Ultimo, il Tar del Lazio accoglie il suo ricorso: bloccata la revoca della scorta
«Ho vissuto così fino a qualche mese fa quando un atto della Prefettura di Roma, il 17 gennaio 2019, mi ha revocato la tutela a Roma. Poi a marzo ci hanno ripensato. E' arrivata un'altra lettera in cui mi veniva riassegnata la tutela in tutto il territorio nazionale. Ma due giorni fa la sorpresa: mi dicono che verrà revocato il servizio di protezione solo su Roma. A Palermo è garantita la scorta, ma a Roma dove vivo con i mie tre figli no».
«Continuo a subire minacce mafiose, non rischio solo io ma anche i miei figli sono in pericolo - prosegue - Mi appello al presidente Mattarella, io voglio un atto scritto da chi ha preso queste decisioni che riguardano la mia vita».
Dopo l'appello, Valeria è stata ricevuta dal prefetto di Roma, Gerarda Pantalone «che mi ha convocato dopo una sollecitazione del ministro degli Interni, Luciana Lamorgese. Il prefetto mi ha assicurato che il mio caso è sotto stretta osservazione e la rivalutazione sulla scorta verrà discusso nel corso del prossimo comitato sull'ordine e la sicurezza».
Storie Italiane, revocata scorta a imprenditrice che denunciò la mafia: «Ho paura per i miei figli». Prefetto: «Valuteremo»
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Novembre 2019, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 12:28
© RIPRODUZIONE RISERVATA