È costituita da pannelli di stoffa con i nomi di defunti, ricamati e cuciti tra loro in modo formare appunto un’unica e gigantesca coperta. Il progetto, chiamato Names Project e persino candidato al Nobel per la Pace nel 1989, nacque a San Francisco nel 1987 da un’idea dell’attivista Cleve Jones. In quel periodo molte vittime dell’Aids non furono considerate degne neanche di un funerale a causa della stigmatizzazione sociale. Così dopo aver perso lui stesso il proprio compagno, Jones chiamò a raccolta dei volontari per da vita al progetto e permettendo a chiunque volesse di commemorare i propri cari realizzando coperte su cui erano stati impressi pensieri e disegni. Da San Francisco il progetto si è esteso a New York e Los Angeles e per la prima volta la coperta fu esposta a Washington D.C. nel 1987 davanti alla Casa Bianca in occasione della marcia nazionale per i diritti gay. Nel 1996 fu esposta davanti al Campidoglio di Washington e contava 38mila pannelli in cui erano scritti i nomi di oltre 70mila persone. Una coperta è stata esposta anche in Italia nel 1990 davanti alla Scala di Milano.
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