Mostra del cinema di Venezia, la città si rifà il look in vista della rassegna

Mostra del cinema di Venezia, la città si rifà il look in vista della rassegna
di Gloria Satta
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Sabato 28 Giugno 2014, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 29 Giugno, 13:20
Quando non ospita la Mostra del cinema, il Lido di Venezia una citt di fantasmi. Nessuno in giro, saracinesche abbassate, un silenzio spettrale. Ma in queste settimane l’isola è risvegliata dal fragore dei martelli pneumatici, dal via vai delle escavatrici, dalle voci degli operai. È in pieno svolgimento la ristrutturazione della “fossa dei leoni”: la Sala Darsena, dove la stampa del mondo intero applaude (o spesso fischia) i film in anteprima. Dal 27 agosto al 7 settembre accoglierà il popolo della 71ma Mostra con un volto completamente rinnovato: 130 posti in più (che portano il totale a 1430), attrezzature tecnologiche di ultima generazione, poltrone comodissime e tappezzerie dal grigio al rosso pompeiano.

Fiore all’occhiello del progetto è il nuovo tunnel di collegamento con la Sala Grande del Palazzo del Cinema (già modernizzata insieme al foyer) che consentirà le anteprime simultanee di fronte a una platea complessiva di 2500 persone. «I lavori saranno finiti il 10 agosto», annuncia il presidente della Biennale Paolo Baratta, aggirandosi tra le betoniere, «e il costo non supererà i sei milioni: molto poco, rispetto all’entità dell’operazione».



SCELTE

E’ orgoglioso, Baratta, della progressiva opera di riqualificazione, iniziata nel 2010: un pezzo all’anno e il Lido somiglia sempre più a un luogo moderno, accogliente, competitivo con le sedi dei grandi festival. Nel 2013 sono state rifatte le Sale Volpi, Pasinetti, Casinò, il tendone del Palabiennale che ora ha 1800 posti. L’anno prossimo toccherà alla Sala Perla e sarà “rinfrescato” lo spazio delle conferenze stampa.

Ma che film vedremo in questa edizione della Mostra, che avrà Luisa Ranieri come madrina? Mentre il direttore Alberto Barbera è a Los Angeles per assicurarsi gli ultimi “acquisti”, il tam tam internazionale rilancia alcuni titoli. Per l’Italia, innanzitutto, Il giovane favoloso di Martone con Germano nel ruolo di Leopardi. Ci sarà Olmi con Torneranno i prati? Se sì, fuori concorso.

Dalla Francia sono attesi La rançon et la glorie di Beauvois, Une nouvelle amie di Ozon, con Duris in un ruolo femminile, Retour à Ithaque di Cantet, Eden di Hansen Love. Poi The cut del turco-tedesco Akin, Birdman di Iñárritu, Phoenix di Petzhold. Dall’America potrebbero sbarcare Knight of Cups di Malick, A most violent yeardi Chandor, L’amore bugiardo di Fincher, Manglehorn di Gordon Green, con Al Pacino. E c’è chi scommette su Big Eyes di Tim Burton.



SINERGIE

Altra novità, lo snellimento: non ci saranno più di 70-80 film. «Non ha senso selezionare 140 titoli, come si è fatto nel passato», dice Baratta riferendosi a Müller senza nominarlo. Intanto, in nome della sinergia interdisciplinare tanto cara al Presidente, il cinema e la danza regalano ulteriori emozioni a BiennaleArchitettura, aperta il 7 giugno: danzatori si esibiscono nei padiglioni e su decine di schermi scorrono 82 frammenti di film che hanno il paesaggio italiano come sfondo.
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