"C'era una volta a New York", Cotillard prigioniera dei bassifondi

"C'era una volta a New York", Cotillard prigioniera dei bassifondi
di Francesco Alò
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Martedì 21 Gennaio 2014, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 20:44
La fine di Nuovomondo di Crialese l'inizio di C'era una volta a New York di James Gray. Ellis Island, New York, 1921: due cugine polacche arrivano stremate dopo un viaggio da migranti. Una (Magda) si è presa la tubercolosi, l'altra (Ewa) è stata marchiata come Hester de La lettera scarlatta: pare che in nave sia stata “immorale”. Sarà vero? Magda viene internata mentre Ewa viene scaricata tra i rifiuti umani di New York dove cadrà nelle grinfie di Bruno (Joaquin Phoenix), impresario burlesque in realtà pappone pronto a prostituirla. Quando tutto sembra perduto, ecco spuntare un prestigiatore cuor contento che le regala un fiore, scala il palazzo dove abita come un novello Romeo e le dice di andare in California con lei. Si chiama Orlando (Jeremy Renner) ed è il cugino di Bruno. Due facce dell'America. Visivamente la sesta regia del James Gray de I padroni della notte e Two Lovers è debitrice delle truci foto di bassifondi newyorchesi di Jacob Riis (omaggio al suo celebre Bandit's Roost), mentre il cuore narrativo è influenzato dalla grande letteratura ottocentesca con straziante eroina femminile, da Hawthorne alla Tess di Thomas Hardy. Gray ha cucito il film addosso alla divina Marion Cotillard (Ewa). Attori eccellenti, regia elegante. Chi ama il classico, apprezzerà non poco.
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