E’ in visita al Messaggero nel giorno in cui i giornali danno ampio risalto all’accordo da oltre 40 miliardi di dollari per la fornitura di gas dalla Russia alla Cina. E quando gli si chiede come vive l’annunciato superamento, nel 2014, degli Stati Uniti nella graduatoria delle più importanti economie mondiali da parte di una Cina che continua a crescere a ritmi da record nonostante le innegabili difficoltà interne, lui taglia corto: “Bisogna vedere il Pil pro capite, è quello il valore che conta”.
Con lui una delegazione guidata dal primo segretario dell’Ambasciata cinese in Italia, Li Xiaoyong, e dal consigliere Tang Youjing: il tibetologo Zhou Wei, l’esperto di medicina tibetana Deng Badaji, il direttore dell’Istituto di etnologia dell’Accademia tibetana di scienze sociali e il segretario della delegazione Wang Kai.
“La sfida, per il Tibet, non è solo il progresso e il miglioramento delle condizioni economiche interne”, aggiunge Suolang Duoji. “Per noi il futuro si gioca sulla conservazione delle tradizioni e della cultura, oltre che sulla preservazione dell’ambiente”.
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