Omicidio Teoli: la difesa punta
sulla perizia psichiatrica e lo sconto di pena

Omicidio Teoli: la difesa punta sulla perizia psichiatrica e lo sconto di pena
di Vincenzo Caramadre
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Sabato 16 Febbraio 2019, 20:42
Omicidio Teoli: rito abbreviato e perizia psichiatrica per il presunto assassino.
Sono queste le mosse della difesa di Mario Teoli - il trentenne di Esperia accusato di aver ammazzato il padre Antonio Teoli sessantottenne pensionato Fiat - dopo il rinvio a giudizio e la fissazione della Corte d'Assise al 29 marzo prossimo.
Omicidio volontario aggravato doppiamente aggravato: dai futili motivi e dal rapporto di parentela con la vittima. Questa l'accusa che il pubblico ministero, dottor Emanuele de Franco, ha formulato nella richiesta di giudizio immediato accolta dal Gip del Tribunale di Cassino il primo febbraio scorso.
Ma ieri mattina a sorpresa l'avvocato Angelo Pollino che assiste il trentenne esperiano ha depositato la richiesta di rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica. Ora il Gip dovrà decidere se accogliere la richiesta di rito abbreviato condizionata a quella che una valutazione totale dello stato psichico del trentenne al momento del fatto. Una richiesta che, se accolta, soprattutto porterà in caso di condanna alla riduzione di un terzo delle pena.
Mario Teoli, infatti, rischia l'ergastolo.
L’omicidio del pensionato risale alla sera del primo agosto 2018. Pochi minuti prima delle 21 i due, padre e figlio, al culmine di una lite verbale che sarebbe avvenuta per incomprensioni legate a questioni economiche, innescarono una colluttazione. Ben presto dalle parole arrivarono allo scontro fisico. E proprio in questo frangente, stando alla ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Pontecorvo, Mario Teoli avrebbe sferrato almeno cinque fendenti, con un oggetto appuntito, fra l'addome e il torace del padre lasciandolo sanguinante sull'uscio dell'abitazione di famiglia, che si trova in via Provinciale numero 17 ad Esperia.
Una ricostruzione che, però, è stata sempre negata dal figlio della vittima. Sin dalle prime ore successive alla morte del pensionato, il figlio ha negato di aver colpito il padre.
“Non ho colpito mio padre, mentre litigavamo è caduto è finito su alcuni pezzi di vetro”, sono state le parole pronunciate dal ragazzo.
Una ricostruzione, quella dei carabinieri del capitano Tamara Nicolai, che ha riguardato anche un altro aspetto: la presunta presenza in casa, la sera del primo agosto, di altre persone. Motivo?
Mario Teoli, infatti, la sera dell’omicidio del padre chiese aiuto al 118 e all’operatore riferì che all’interno della sua abitazione c’era stata un’aggressione da parte di sconosciuti. Versione che, poi, fu cambiata in favore della caduta su alcuni pezzi di vetro.
Per questo il Pm Emanuele De Franco, ha incaricato il Ris di Roma di eseguire una mappatura scientifica e biologica sulle tracce di sangue trovate dentro e fuori l’abitazione. Gli accertamenti hanno escluso la presenza di altre persone, come hanno escluso che l’arma del delitto possa essere il coltello trovato lo scorso 29 novembre, a quattro mesi dall’omicidio, nella campagne circostanti da un vicino di casa. Per gli inquirenti l’arma del delitto sarebbe , invece, il coltello sporco di sangue trovato due settimane il fatto dopo dai carabinieri in un cassetto della cucina.
Tra qualche giorno il Gip del Tribunale  di Cassino dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rito alternativo e sulla perizia psichiatrica.
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