Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, durato tre ore, Vaccaro aveva respinto tutte le accuse. Aveva detto al magistrato di non essere a conoscenza del fatto che i braccianti venivano sfruttati dalla cooperativa “Agri Amici” di Sezze né tanto meno che gli stessi venivano minacciati dai titolari della coop per iscriversi al sindacato.
Secondo l’accusa al contrario Vaccaro era a conoscenza delle minacce, come proverebbero alcune intercettazioni. Il sindacalista, ristretto nel carcere di Latina, da giovedì scorso, è indagato per associazione a delinquere ed estorsione. Lo stesso avrebbe tratto vantaggio dalle iscrizioni e dalle pratiche di disoccupazione. La difesa, in sede di interrogatorio, ha fatto rilevare che della cooperativa incriminata 36 lavoratori erano iscritti alla Fai Cisl e tanti sono rimasti. I buoni rapporti con la coop, dunque, non avrebbero contribuito ad incrementare gli iscritti.
Secondo l’accusa al contrario Vaccaro avrebbe fatto in modo di coprire le violazioni della cooperativa in danno dei braccianti ed evitato che gli stessi intentassero vertenze.
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