Roma, tutti i "NO" della marcia per il clima

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È un popolo colorato, sorridente e con le idee chiare quello sceso oggi in piazza a Roma per difendere il clima e contro le grandi opere. A marciare si sono ritrovati insieme No Tav, No Triv, No Tap, No Grandi Navi, i cittadini di Taranto che chiedono la chiusura dell'Ilva, i No Muos, i ciclo-attivisti di The climate ride, gli studenti (ancora in piazza dopo il successo della mobilitazione del 15 marzo), per citarne alcuni, ma anche la Fiom, Potere al Popolo, Comunisti italiani. Tutti con l'obiettivo di unire le lotte e migliorare il mondo. Ad aprire il corteo, che arriverà a San Giovanni, lo striscione con la scritta ' Marcia per il clima contro le grandi opere inutili e contro le devastazioni ambientalì. «Oggi siamo qui per unire le battaglie di coloro che stanno lottando per migliorare il mondo in cui vivono. Non siamo qui per manifestare a favore del nostro cortile, perché il nostro cortile è il mondo intero», spiega Tommaso Cacciari di Venezia che fa parte del comitato No grandi navi. Numerosi i No Tav, arrivati dalla Val Di Susa con otto pullman, diversi treni e in auto. Il loro striscione recita 'C'eravamo, ci siamo e ci saremò, perché «noi non ci arrendiamo, e anche se adesso abbiamo due mesi di stop istituzionale le nostre iniziative continueranno. La montagna non si buca», tuona Anna di Bussolengo. In piazza anche gli operai dell'Ilva: «Noi siamo l'esempio di una grande opera inutile e ne subiamo ogni giorno da anni le conseguenze - spiega Raffaele, operaio all'Ilva - Siamo sotto ricatto occupazionale ma siamo in tanti a lavorare all'Ilva e a chiedere che venga chiusa. Non si può morire di tumore e le istituzioni hanno il dovere di salvaguardare la salute dei cittadini». Durante il corteo tutti i manifestanti hanno intonato ripetutamente il grido 'Taranto libera!'. In prima fila, nonostante le centinaia di chilometri nelle gambe, circa un centinaio di ciclo-attivisti di The climate ride. Sono partiti da Marghera domenica scorsa per partecipare alla marcia di oggi. Il loro slogan 'Siamo ancora in tempò: «Ma per poco - dice Franz - Siamo passati in tante città come Ferrara, Ravenna, Perugia, Terni e abbiamo incontrato tante realtà sociali. Volevamo mettere la nostra passione per la bicicletta a disposizione di questa marcia. Non c'è tempo da perdere, le lotte ambientali devono avere una prospettiva unitaria insieme a tutte le altre realtà che combattono per salvare il pianeta; in questo senso è bellissima la fusione con il movimento degli studenti». Da Lecce arriva Davide, con la sua famiglia, con una bandiera No Tap: «È un'opera inutile nel 2019 e non solo da un punto di vista ambientale. È un progetto sorpassato». Accanto a lui c'è Cinzia che arriva dalla Basilicata per il movimento No Triv: «Di petrolio si muore e chi è a favore è complice dell'inquinamento, delle morti per tumore, del dolore di tante famiglie». Affissa sul camion sul quale si sono susseguiti gli interventi dei partecipanti per tuta la durata della marcia la gigantografia di Lorenzo Orsetti, il giovane italiano morto in Siria mentre combatteva a fianco dei curdi per sconfiggere l'Isis. La foto reca la scritta: «Lorenzo Tekoser Orsetti, Sehid Namirin» (i martiri non muoiono mai, ndr). «Combatteva per tutti noi», hanno detto alcuni studenti presenti alla manifestazione.

(foto Davide Fracassi / Agenzia Toiati)