Mario Ajello
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Il Paese reale/ La “politica” sanremese: temi sociali oltre le note

di Mario Ajello
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Mercoledì 7 Febbraio 2024, 00:05

Forse arrivano o forse no sul palco di Sanremo i trattori. Ma anche questo Sanremo non può che essere un evento politicissimo, così come lo è sempre stato, perché la politica è nella vita, e il festival è la quintessenza della vita nazionale, e la politica è nella cultura, nel dna, dell’autobiografia, nelle corde profonde dell’Italia che è ancora e per fortuna uno dei Paesi al mondo in cui si vota di più. Ma c’è politica e politica. E questo è il bello del Sanremo appena cominciato. La neo-politica festivaliera 2024 è diversissima da quella tipica da contrapposizione ideologica, da talk show rissaioli, da gesti provocatori come il bacio gay di Rosa Chemical o lo strappo della foto del viceministro Bignami da parte di Fedez lo scorso anno, fatto apposta per attizzare la curva sud antifascista, da siparietti propagandistici o da crociate del politicamente corretto più adatte ai seminari delle università super progressiste delle élites sinistresi piuttosto che a un evento nazional-popolare in cui tutti cercano di riconoscersi. 

Stavolta la politica c’è eccome ma è quella delle grandi questioni trasversali e di interesse pubblico. Dei temi che parlano alla cosiddetta «ggente» - ieri sera ospite la mamma di Giovan Battista Cutolo il ragazzo e musicista ucciso durante una lite per un parcheggio a Napoli - e che non servono per scatenare polemiche tra partiti e quelle zuffe auto-referenziali di Palazzo che in altre edizioni hanno ridotto Sanremo da grande piazza d’Italia a luogo muscolare in cui vince mediaticamente chi azzecca la provocazione politica apparentemente migliore. E non c’è niente di più politico, in senso moderno e non vetero-novecentesco, che ospitare sul palco - se arriveranno a Sanremo e Amadeus se lo augura e forse ci sono trattative o forse no ma come minimo la mucca Ercolina 2 apparirà fuori dall’Ariston - gli agricoltori in protesta. Perché la battaglia dei trattori non è né di destra né di sinistra, racconta un disagio economico e sociale in cui tanti italiani, ognuno nel proprio ambito, si possono riconoscere, e pone all’attenzione pubblica una questione epocale. Riassumibile così: come conciliare la difesa dell’ambiente - priorità molto cara alla Ue perfino con qualche forzatura - e il diritto di chi vive e lavora nelle campagne e produce cibo a non venire stritolato da regole troppo rigide e spesso astratte che impoveriscono questo settore cruciale, per esempio con il divieto massimalista e ideologico all’uso dei pesticidi come fossero la peste bubbonica, invece di potenziarne la ricchezza?

Fare neo-politica a Sanremo significa non usare la politica come un’arma contundente (a proposito: era proprio necessario l’odierno girotondo di protesta dei dem intorno alla sede di viale Mazzini ed era necessario farlo proprio in concomitanza con il festival quando oltretutto il quartier generale della Rai è vuoto perché sono andati tutti in riviera?) ma sfruttarla come un’occasione di crescita della consapevolezza degli italiani sui problemi che ci riguardano da vicino. Come quello delle morti sul lavoro, e domani Stefano Massini e Paolo Jannacci canteranno una canzone che parla di questo. Mentre stasera Giovanni Allevi parlerà della sua malattia, racconterà la sua esperienza e si farà testimonial di tanti che lottano contro il tumore.
Più politico questo o le litanie sulla destra autoritaria, sulla Costituzione stracciata, sul premierato e su Acca Larentia che magari appassionano, e sempre meno, il cosiddetto ceto medio riflessivo? 

Ancora. Nessun monologo dei co-conduttori, nessuna posa da santoni da palcoscenico e da agit prop mascherati sotto l’alibi delle canzonette: tutto ciò non è previsto nella scaletta. Ed evviva.
E questo tipo di approccio, non da politica-urlo ma da politica come approfondimento per cittadini non vogliosi di farsi la guerra ma desiderosi di coesione e di crescita, di concentrazione e di tranquillità, può segnare - proprio a partire dalla ribalta più scenografica e più importante della nazione - uno scatto in avanti per la comunicazione pubblica e diventare una fonte di ispirazione per i partiti e per i loro leader impegnati da qui a giugno in una lunga campagna elettorale, sia per il voto delle Europee che per quello delle Comunali e Regionali. Se questa gara delle urne venisse condotta nello spirito conoscitivo e costruttivo con cui si è scelto di trattare i temi politici a Sanremo (ma vediamo alla fine come sarà il festival), sarebbe per la classe politica e per tutti una prova di maturità e di attaccamento al Paese reale di cui si sente infinito bisogno.

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