Mario Ajello
​Mario Ajello

Parabole italiane/ La politica show ridotta a gesto per sopravvivere

di ​Mario Ajello
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Lunedì 28 Gennaio 2019, 00:04
A saperlo prima, Jerome K. Jerome non avrebbe scritto Tre uomini in barca (per non parlar del cane). Avrebbe subito raddoppiato, così: Due uomini più un donna in gommone (per non parlar dello psicologo, dell’avvocato e del sindaco che lo accompagnano). L’effetto comico sarebbe stato lo stesso. Anche se, insieme a Fratoianni-Maggi-Prestigiacomo purtroppo non è salpato da Siracusa, per portare solidarietà alla Sea Watch e scatenare la guerra navale - la politica ormai è un angiporto - a Salvini, l’ottimo Montmorency: il quadrupede di Tre uomini in barca. La sua presenza avrebbe reso il tutto più gustoso. E comunque, in questo spettacolare blitz da commedia mediterranea, qualcosa da Jerome K. Jerome i nostri eroi l’hanno presa. “Un cattivo è un uomo che non fa quello che noi vorremmo facesse”, si legge nel libro dello scrittore inglese e se Salvini avesse evitato di provocare “la vanità” (così s’intitola un capitolo di Tre uomini in barca, e la citazione è a pagina 32) degli esponenti di Leu, Forza Italia e Più Europa, ci saremmo persi queste avventure acquatiche del terzetto misto.

Che sono un segno dei tempi. Perché in altri tempi vedere alla guida del gommone-show Stefania Prestigiacomo, parlamentare e ex ministra, persona assennata e moderata, mai demagogica o banalmente spettacolare, sarebbe stato difficile. E infatti il suo collega di partito, Tajani, cerca di minimizzare il gesto: “Lo ha fatto solo da mamma siciliana”. Ossia non da dirigente politico. E però, proprio Berlusconi, dimenticandosi per un attimo del suo nuovo format da statista responsabile, ha aperto la breccia a questo tipo di comportamenti dannunziani (anche se i seguaci del Vate prediligevano l’aereo, come quando Guido Keller rovesciò il pitale su Montecitorio) dicendo che in fondo “che cosa sarà mai lo sbarco di 47 migranti!”. Dimenticando la questione di principio, anzi la scelta politica fatta dal governo in carica. Quella stessa contro cui si rivolgono parlamentari che rappresentano le istituzioni e che con il loro gesto dannunzian-movimentista si sostituiscono alla legge che il Parlamento ha legittimamente voluto. Invece di essere i primi a rispettarla. E anche in questo sono come i Tre uomini in barca che dicevano: “Il tempo è come il governo, non ne fa mai una giusta” (capitolo secondo, pagina 67).

Visto che questa dei Due uomini in gommone più Stefi è letteratura comica, vale la pena citare un altro libro spiritoso: Visibilità zero di Carlo Fruttero. Che narra l’ossessione dei politici per ogni possibile e acrobatico espediente comunicativo, utile a dimostrare di esserci ma deleterio perché narcisismo mediatico chiama narcisismo mediatico in una rincorsa grottesca. E infatti, dopo, il gommone, ecco che altri canotti, tavole da surf, pattini, materassini, canoe, zattere e pedalò si avvieranno in soccorso della Sea Watch, perché non è giusto - in previsione delle elezioni europee - che soltanto sinistra post-svendolata, radicali e azzurri si prendano la scena. Anche il Pd vuole parte del set e così l’ex ministro Delrio - che pure era a sua volta assennato - annuncia una “nave staffetta” dei dem nelle acque siciliane, per portarci a turno i parlamentari. E Maurizio Martina - congresso e primarie di giocano anche sul molo - è lesto ad annunciare che sta salpando: “Sono in partenza per Siracusa”. La città in cui Pitagora giunse intorno al 450 avanti Cristo e già da allora questo antico greco molto saggio avvertì: “Porgi aiuto alla legge, fa’ guerra all’illegalità”. Consiglio evidentemente disatteso in queste circostanze. In cui il bollettino del gommone dei tre capitani annuncia: “Beffata la capitaneria di porto, saliamo a bordo della Sea Watch!”.

Così, la politica - quella che gira a vuoto sulla terra ferma - si concentra intorno a una nave e fa di un liderino come Fratoianni un natante, con l’aggravante che tutti lo vogliono imitare. Senza capire che, in questo modo, non solo affoga la credibilità della politica, ma anche quel che resta della serietà di una nazione.
 
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