"La gestione delle finanze statali da parte del governo è fuori controllo: l'esecutivo ha l'aggravante di aver utilizzato male le risorse finanziarie derivanti dal deficit aggiuntivo. Il prossimo decennio, in assenza di una crescita economica robusta, capace di riportare in equilibrio i conti pubblici, sarà disastroso - ha commentato il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora - Le nostre imprese continueranno a fallire, l'occupazione crollerà e, a quel punto, ci piomberanno addosso manovre correttive dolorosissime, con tagli dissennati ai servizi pubblici e alla spesa pensionistica".
Secondo l'analisi di Unimpresa, basata su dati della Banca d'Italia, nel 2020 il debito pubblico è salito di 173 miliardi nell'arco di nove mesi (+7,2%), arrivando a quota 2.582 miliardi a settembre scorso, con una crescita media mensile di 19,2 miliardi. A fine 2019, il debito si era attestato a 2.409 miliardi: durante lo scorso anno, si è registrata una crescita di 29 miliardi (+1,2%) con una salita media mensile di 2,4 miliardi. A fine 2018, il debito era di 2.380, nel 2017 di 2.329 miliardi e nel 2016 di 2.285 miliardi.
L'esplosione è legata alla necessità del governo di reperire rapidamente risorse aggiuntive per far fronte alle conseguenze dell'emergenza economica cagionata dal Covid-19: il maggior ricorso all'extra deficit si è concentrato nei mesi di aprile (36 miliardi), maggio (41 miliardi), giugno (20 miliardi) e luglio (30 miliardi), mentre ad agosto (18 miliardi) e a settembre (4 miliardi) la corsa è rallentata.
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