Dopo che S&P ha tagliato il rating sul debito russo in valuta estera a "Selected default" (default selettivo), appena un gradino sopra il livello D che indica "default" (insolvenza), Siluanov ha minacciato azioni legali per tutelare il paese. "La Federazione Russa ha cercato in buona fede di ripagare i creditori esterni trasferendo gli importi corrispondenti in valuta estera - ha detto - Tuttavia, la politica consapevole dei paesi occidentali è quella di creare artificialmente un default".
"Ovviamente faremo causa, perché abbiamo adottato tutte le misure necessarie per garantire che gli investitori ricevano i loro pagamenti - ha continuato - Presenteremo in tribunale i nostri ordini di pagamento, confermando i nostri sforzi per pagare sia in valuta estera che in rubli. Non sarà un processo facile. Dovremo dimostrare attivamente il nostro caso, nonostante tutte le difficoltà".
Secondo Siluanov la situazione odierna è molto diversa dall'ultima volta che la Russia è stata in default: "Nel 1998, il default rifletteva veramente l'essenza di questa parola. Non potevamo pagare i nostri debiti esteri, non avevamo valuta. Ora la valuta, nonostante il fatto che le riserve di oro e valuta estera siano congelate, arriva da noi. I pagamenti per i vettori energetici non sono praticamente cambiati. Il volume delle forniture di energia è leggermente diminuito, ma i prezzi sono aumentati".
Un altro elemento di differenza è l'andamento del rublo, il cui valore è tornato alla situazione pre-conflitto, anche se molti analisti parlano di scambi artificiali. "Abbiamo una bilancia dei pagamenti molto solida, a patto di aver limitato il conto capitale delle operazioni, e il ritiro degli investimenti dal Paese è praticamente congelato - ha detto - A questo proposito, vediamo che il tasso di cambio del rublo ha iniziato a rafforzarsi. Oggi il tasso è tornato alle posizioni precedenti, e questo si discosta notevolmente da quello del 1998, quando il tasso è salito vertiginosamente e si è mantenuto sugli stessi livelli elevati".
Per quanto riguarda i cittadini, il ministro delle finanze ha ammesso che "ci sono ancora alcune restrizioni sul prelievo di valuta estera dai loro conti in valuta estera nelle banche" e che "saranno gradualmente indebolite". "Questa è stata una risposta di emergenza alle sanzioni imposte alle banche russe e alla Russia nel suo insieme - ha aggiunto - Con la normalizzazione della situazione, le restrizioni imposte dal governo e dalla Banca centrale verranno revocate".
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