Questa la fotografia scattata dal Report "Le condizioni finanziarie delle imprese italiane", elaborato nell'ambito del progetto MonitorFase3 nato dalla collaborazione tra Prometeia e Area Studi Legacoop per testare l'evoluzione dell'economia e dei mercati in conseguenza dell'epidemia Covid-19.
L'aumentata domanda di prestiti ha trovato condizioni di offerta favorevoli per effetto di un costo di finanziamento molto contenuto per il settore bancario e un minore rischio percepito grazie alle garanzie. La forte crescita dei prestiti spinta dalle misure di sostegno alla liquidità delle imprese è evidente in tutti i settori produttivi, ad eccezione di quelli legati al mercato immobiliare (costruzioni e attività immobiliari), probabilmente anche per effetto di operazioni di cessione di crediti deteriorati. I settori di attività che hanno aumentato la loro esposizione verso il sistema bancario sono gli stessi colpiti in modo più severo dalla crisi. Al primo posto, in termini di incremento percentuale, il settore degli autoveicoli ed altri mezzi di trasporto, seguito dalle attività di servizi di alloggio e ristorazione, dalle industrie tessili, abbigliamento e articoli in pelle, dalle attività professionali, scientifiche e tecniche.
Dal Report emerge che l'aumento dei prestiti, oltre a coprire il fabbisogno di breve termine legato all'attività di impresa, contribuisce a formare un importante scudo di liquidità precauzionale depositato presso le banche.
Per quanto riguarda, le imprese cooperative aderenti, il report evidenzia poi come in quasi tutti i settori (esclusi i beni intermedi, il commercio e l'entertainment) il livello di indebitamento rispetto al patrimonio netto si sia ridotto negli ultimi anni e si collochi su livelli mediamente inferiori a quelli delle società di capitali. Si registra anche una contrazione della marginalità che, in diversi settori, ha portato ad un aumento dei tempi medi di pagamento del debito, ma ancora su livelli non critici.
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