PNRR, UPB: "Risorse ingenti fra 66 e 71 miliardi saranno gestite da Enti locali

PNRR, UPB: "Risorse ingenti fra 66 e 71 miliardi saranno gestite da Enti locali
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Mercoledì 20 Ottobre 2021, 12:45
(Teleborsa) - Il modello del federalismo fiscale si è evoluto nel corso della crisi pandemica e rappresenta una delle "riforme abilitanti" previste dal PNRR, da perfezionare in termini normativi entro il primo semestre del 2026. Lo ha detto il Consigliere dell'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB) Alberto Zanardi, intervenuto in audizione presso la Commissione parlamentare per l'attuazione del federalismo fiscale, ricordando che il Recovery pone a carico degli Enti locali la gestione di ingenti risorse per l'implementazione del PNRR e l'attuazione delle sue missioni.

Nuovo impulso al federalismo fiscale dopo crisi Covid

"Il superamento del modello emergenziale delle misure di ristoro e il ritorno al sistema ordinario di relazioni finanziarie intergovernative - auspica Zanardi - dovrebbe dare una nuova spinta al percorso attuativo del federalismo fiscale, che pure durante il biennio della crisi ha segnato, per il comparto dei Comuni, una serie di significativi sviluppi: il riconoscimento di risorse aggiuntive, la revisione dell'impianto della perequazione e l'avvio del processo di revisione della metodologia di determinazione dei fabbisogni standard ai fini del riparto del Fondo di solidarietà comunale".

PNRR: ingenti risorse saranno gestite da Enti locali

Dalla relazione emerge che il PNRR include numerosi interventi di rafforzamento della dotazione di infrastrutture degli Enti territoriali rilevanti per i servizi ai cittadini, contribuendo a colmare i divari territoriali, ma al contempo pone una sfida rilevante alle capacità progettuali e realizzative delle Amministrazioni decentrate.

La sua attuazione implica che le Amministrazioni locali gestiranno, in quanto soggetti attuatori, importi compresi tra circa 66 e 71 miliardi di euro, pari al 34,7% ed al 36,9% del complesso delle risorse destinate all'Italia. A questi si aggiunge l'ulteriore impegno che sarà richiesto agli Enti territoriali per la realizzazione, negli stessi anni, delle spese previste dal Fondo complementare al PNRR (30,6 miliardi) e dagli altri strumenti Next Generation EU (a partire dai 13,5 miliardi di sovvenzioni che dovrebbero essere erogate da REACT-EU entro il 2022).

Quanto alla tempistica, emerge che la finalizzazione dei programmi è perlopiù prevista nella seconda parte dell'orizzonte temporale coperto dal PNRR. Infatti, entro il 2022 verrebbe erogato meno del 20% della spesa, mentre nel biennio 2024-25 si concentrerebbe il 46% degli esborsi. Considerando il valore massimo dell'intervallo (70,6 miliardi), la tempistica prevista implicherebbe la realizzazione da parte degli Enti territoriali di un flusso di spese legate all'attuazione del PNRR di circa 16 miliardi annui nel biennio 2024-25. Ipotizzando che il 75% di tali spese siano aggiuntive, esse risulterebbero pari a 12 miliardi l'anno. Quest'ultimo valore è pari a oltre il 40% del valore annuo medio della spesa in conto capitale effettuata dalle Amministrazioni locali nel triennio 2018-2020.

"Ipotizzare un ulteriore incremento nell'ordine di oltre 10 miliardi annui entro un triennio - evidenzia UPB - pone certamente un interrogativo circa la capacità delle strutture coinvolte nella realizzazione degli interventi di fare fronte al carico amministrativo associato a tali flussi di spesa, anche alla luce del forte ridimensionamento degli organici osservato nel decennio che ha preceduto l'emergenza COVID".

Le sfide poste dalla riforma fiscale

Zanardi si è soffermato anche sulle possibili conseguenze dell'annunciata riforma fiscale sull'assetto attuale dei tributi locali. A questo proposito, rileva che gli assetti della finanza decentrata dovrebbero essere coinvolti da alcuni elementi di novità e contenuti nel DDL delega e che riguardano, in particolare: l'Imu, attraverso la riforma del catasto; le addizionali Irpef, comunale e regionale, di cui si annuncia la trasformazione in sovraimposta; l'IRAP, di cui si prevede l'abolizione.

"Visto il coinvolgimento dei principali tributi locali - afferma - l'attuazione delle delega non potrà prescindere dal riaffrontare il tema del federalismo fiscale e i problemi che attualmente condizionano l'esercizio dell'autonomia tributaria degli Enti decentrati. Sarà cruciale se e in che misura gli interventi prospettati di revisione della fiscalità decentrata siano in grado di preservare (o anche ricostituire) adeguati spazi su cui gli Enti subnazionali possano esercitare la loro autonomia di entrata, elemento costitutivo della riforma del federalismo fiscale".

Relativamente alle addizionali regionali e comunali all'Irpef, il DDL delega prevede la loro trasformazione in sovraimposte, ricorda l'UPB, indicando che il gettito da questa generato sarebbe inferiore a quello attuale dell'addizionale per circa il 50% dei Comuni, a cui corrisponde il 66 per cento della popolazione.

Infine il DDL delega prevede il superamento graduale dell'IRAP senza individuare esplicitamente fonti alternative di entrata che possano compensare le Regioni del mancato gettito, ma riconoscendo la necessità di garantire adeguate risorse per il finanziamento del sistema sanitario. Al riguardo si è acceso un dibattito nel quale sono emerse alcune ipotesi e, tra queste, la sostituzione dell'IRAP con un'addizionale all'Ires daattribuire alle Regioni. "Se questa fosse la scelta, si sottolinea - andrebbero considerati attentamente gli effetti redistributivi che deriverebbero dalle differenze tra le due imposte in termini di soggetti passivi, nella base imponibile e la distribuzione territoriale di quest'ultima.

(Foto: © lucadp / 123RF)
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