Ocse: Pil italiano giù sino al 14% con nuova ondata del virus. Turismo settore più a rischio

Ocse: Pil italiano giù sino al 14% con nuova ondata del virus. Turismo settore più a rischio
di Luca Cifoni
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Mercoledì 10 Giugno 2020, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 16:32

La più severa recessione nell'arco di quasi un secolo, dalla seconda guerra mondiale a questa parte, che lascia le economie mondiali esposte ad una seconda ondata. La previsione è dell'Ocse che vede per l'intero pianeta un calo del Pil 2020 del 6 per cento. Per l'Italia la stima è di un -11,3% che però potrebbe arrivare al 14%. L'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico nel suo Economic Outlook presentato oggi fa notare come anche con l'inizio dell'allentamento delle restrizioni sulle attività, il percorso della ripresa resta altamente incerto. Soprattutto c'è il rischio che una nuova ondata di contagi vada a compromettere ulteriormente le prospettive. «È la crisi più grave che nessuno di noi abbia mai conosciuto» ha detto il segretario generale dell'Ocse, Miguel Angel Gurria, presentando l'Outlook.

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Il quadro mondiale appare comunque differenziato. Le economie che soffriranno le conseguenze più gravi sono quelle di Gran Bretagna, Italia, Francia e Spagna, con una caduta del Pil stimata per tutti al di sopra dell'11 per cento. Nel caso del nostro Paese si tratta di una valutazione più sfavorevole sia rispetto a quella del governo (-8%) sia della Banca d'Italia nel suo scenario base (-9,2%). In termini di Pil pro capite vorrebbe dire tornare indietro al 1993. L'entità del rimbalzo previsto per il 2021 varia dal 5,3 per cento (nell'ipotesi più negativa) al 7,7.

Per l'area dell'euro nel suo complesso la diminuzione del prodotto sarebbe del 9,1% con possibile peggioramento fino all'11,5. Se in generale l'Europa appare come un'area particolarmente colpita, la Germania riuscirebbe in qualche modo a contenere i danni con una previsione che oscilla nei due scenari dal -6,6% al -8,8%. Quanto agli Stati Uniti, la previsione appare relativamente poco divaricata nelle due ipotesi: il -7,3% di quella base si aggraverebbe fino ad un -8,5%.

Nel caso del nostro Paese è la presenza di un settore come il turismo a rendere particolarmente delicata la situazione, soprattutto se si dovesse verificare un nuovo picco di contagi. L'effetto sarebbe devastante per le tante piccole imprese del settore. In particolare la spinta al turismo interno non appare destinata a compensare l'assenza dei viaggiatori provenienti dall'estero.  La ricetta suggerita dall'Ocse per la nostra economia è un rafforzamento delle riforme strutturali accompagnato però da una forte spinta all'innovazione digitale, che avrebbe un effetto favorevole sulla competitività. Il rapporto raccomanda anche di migliorare strumenti sociali quali il reddito di cittadinanza, con il doppio obiettivo di evitare un drastico aumento della povertà e di sostenere la crescita.

Il compito per il governo italiano è particolarmente complesso. Infatti gli economisti dell'organizzazione fanno presente che mettere fine prematuramente alle misure di sostegno rischierebbe di aggravere il quadro, con un aumento delle perdite e delle insolvenze. Allo stesso tempo però destinare più risorse a interventi inefficaci, prolungandoli oltre il necessario, aumenterebbe ulteriormente il debito pubblico ponendo ulteriori sfide.

Il crollo dell'economia reale italiana avrà naturalmente un pesante impatto sulla finanza pubblica, con un rapporto deficit/Pil che potrebbe peggiorare fino al 12,8 per cento nel 2020, sempre in caso di nuova ondata della malattia. Il debito nelle previsioni degli economisti dell'Ocse si gonfierà fino a toccare il 158,2 per cento in rapporto al prodotto nello scenario base, arrivando al 169,9 in quello meno favorevole. Durante la presentazione dell'Outlook, il capo economista dell'organizzazione Laurence Boone ha definito il Recovery Fund «una delle migliori iniziative scaturite da questa crisi».

 

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