​Istat, la produzione industriale crolla a novembre: -2,6% rispetto al 2017

Istat, la produzione industriale crolla a novembre: -2,6% rispetto al 2017
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Venerdì 11 Gennaio 2019, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 17:24

A novembre 2018, l'Istat stima che l'indice destagionalizzato della produzione industriale diminuisca dell'1,6% rispetto a ottobre. Nella media del trimestre settembre–novembre 2018 il livello della produzione registra una flessione dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti.

L'indice destagionalizzato mensile mostra un aumento congiunturale solo nel comparto dell'energia (+1,0%); variazioni negative registrano, invece, i beni intermedi (-2,4%), i beni strumentali (-1,7%) e i beni di consumo (-0,9%).

Corretto per gli effetti di calendario, sempre a novembre, l'indice è diminuito in termini tendenziali del 2,6% (i giorni lavorativi sono stati 21 come a novembre 2017). Nella media dei primi undici mesi dell'anno la produzione è cresciuta dell'1,2% rispetto all'anno precedente.

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano una moderata crescita tendenziale solo per i beni di consumo (+0,7%); diminuzioni rilevanti si osservano, invece, per i beni intermedi (-5,3%), per l'energia (-4,2%) e, in misura più contenuta, per i beni strumentali (-2,0%).

I settori di attività economica con variazioni tendenziali positive sono le industrie alimentari, bevande e tabacco (+2,7%), la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+1,3%) e le altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (+1,1%). Le maggiori flessioni si rilevano, viceversa, nell'industria del legno, della carta e stampa (-10,4%), nell'attività estrattiva (-9,7%) e nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche, altri prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi (-6,7%).

L'attuale fase di debolezza del ciclo economico italiano potrebbe proseguire anche nei prossimi mesi, alla luce della nuova flessione dell'indicatore anticipatore, stima l'Istat. Nel mese, ricorda l'Istituto, il clima di fiducia dei consumatori ha segnato un ulteriore calo: le aspettative per il futuro hanno registrato la diminuzione più sostenuta e le attese sulla disoccupazione sono aumentate. Peggiorata anche la fiducia delle imprese. L'andamento del settore manifatturiero conferma la difficoltà di tenuta dei livelli produttivi.

La produzione industriale ingrana la retromarcia nei maggiori Paesi europei, pesando come un macigno sull'andamento dell'economia. Il dato italiano è solo l'ultimo dopo quelli altrettanto negativi di Germania e Francia, tanto da lasciare presagire una possibile recessione in tutta Europa. Dati negativi oggi anche in Spagna e in Gran Bretagna.

In Germania il calo è stato dell'1,9% su base mensile, in Francia dell'1,3% ed anche la Spagna ha registrato una diminuzione dell'1,5%. Poco migliori i dati in arrivo dalla Gran Bretagna, dove la produzione è scesa dello 0,4%.

Nel terzo trimestre del 2018 l'Italia ha registrato un Pil negativo dello 0,1% e la Germania dello 0,2%. Due trimestri consecutivi di contrazione equivalgono per gli analisti alla cosiddetta «recessione tecnica».

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