Per l'Unione Nazionale Consumatori (Unc) è "molto positivo il raffreddamento del carrello della spesa, da +2,1% di giugno a +1,2%, dato che aiuta la casalinga di Voghera a contenere il rincaro della spesa di tutti i giorni". Secondo i calcoli di Unc, per una coppia con due figli la deflazione consente un risparmio di 153 euro su base annua, anche se il carrello della spesa a +1,2% incide ancora sugli acquisti di tutti i giorni, che segnano in aumento di 117 euro, anche se a giugno era ben maggiore. Per una coppia con 1 figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, la minor spesa è di 149 euro, anche se il rialzo per le compere quotidiane è di 106 euro, per una famiglia media la deflazione a 0,4% permette un ribasso del costo della vita complessivamente pari a 127 euro, anche se 88 euro in più vanno spesi per i beni alimentari e per la cura della casa e della persona".
La mappa dei rincari - Per quanto riguarda le città e le regioni, invece, non tutte sono in deflazione. Per questo l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città e delle regioni più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita. Tra le regioni più costose, con un'inflazione a +0,7%, il Trentino che registra, per una famiglia media, un rialzo pari a 190 euro su base annua. Segue la Campania, dove l'incremento dei prezzi pari allo 0,2% implica un incremento del costo della vita pari a 40 euro, terza la Calabria (+0,2%), con un rincaro annuo, per la famiglia tipo, di 39 euro.
In testa alle città più care (con più di 150 mila abitanti più care), Bolzano, che, con un'inflazione pari a +0,8%, ha la maggior spesa aggiuntiva, equivalente, per una famiglia media, a 254 euro. Segue Napoli, dove il rialzo dei prezzi dello 0,5% determina un aggravio annuo di spesa pari a 109 euro, medaglia di bronzo a Trento, dove il +0,4% genera una spesa supplementare, per una famiglia tipo, pari a 93 euro.
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