Von der Leyen ha più volte ribadito la necessità europea di fare ricorso a maggiori forniture di gas dagli Stati Uniti, almeno "per i prossimi due inverni". Oggi i paesi dell'Unione Europea importano il 90% del gas naturale utilizzato per generare elettricità, riscaldare le abitazioni e fornire l'industria, con la Russia che fornisce quasi il 40% del gas alla Ue e un quarto del suo petrolio. Per questo Bruxelles sta ora cercando modi per ridurre la sua dipendenza dal gas russo diversificando i fornitori.
Dall'altro lato dell'Atlantico non si starebbe pensando ad un aumento della produzione quanto piuttosto a dirottare verso l'Europa un quantitativo di gas naturale liquefatto sufficiente ad aiutare l'Europa a ricostituire le sue scorte a livelli di sicurezza prima del prossimo inverno. L'ipotesi è stata segnalata dagli analisti della banca Goldman Sachs. Al momento la vera incognita però è che il flusso di gas dalla Russia che potrebbe interrompersi dopo l'aggravarsi della crisi e la richiesta di Vladimir Putin di essere pagato in rubli. Goldman Sachs ha fatto comunque notare quanto poco sia probabile che le forniture Usa siano in grado di limitare la crescita dei prezzi del gas, almeno finché non ci sarà una significativa crescita delle catene di fornitura globali. Uno scenario previsto non prima del 2025.
Nel frattempo anche dal Giappone sono arrivati segnali di chiusura per il gas russo. La utility Tohoku Electric Power ha pubblicato una gara d'appalto per l'acquisto di una spedizione di gas naturale liquefatto con una clausola che richiedeva esplicitamente che il carico non provenisse dalla Russia. Secondo Bloomberg potrebbe essere la prima gara di Gnl a vietare specificamente il gas di Putin.
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