La crisi geopolitica "non sarà un problema di Prada, ma delle imprese che lavorano per tutto il sistema moda", dice Bertelli, spiegando che sul mercato russo "Prada fa solo il 2% delle proprie vendite, e ha garantito ai propri collaboratori in loco tre mesi di stipendio". "Sarà il problema delle piccole e medie imprese in Europa - aggiunge - comprese quelle che lavorano per la Francia. Questo problema peggiorerà nei mesi futuri: ci sono segnali che non sono postivi, la situazione sarà preoccupante da settembre in poi".
In questa situazione "ci saranno dei marchi che potranno soffrire meno, in quanto hanno la capacità di essere distribuiti sui vari continenti", e peraltro "la Russia è chiusa, ma i russi sono tutti a Dubai a spendere", ha detto il numero uno del gruppo del lusso italiano quotato sulla borsa di Hong Kong.
Alla domanda "Siete in vendita?", Bertelli ha risposto: "No per quale motivo?", aggiungendo che c'è tutta una generazione di giovani pronta a lavorare in azienda. Secondo l'imprenditore i motivi della vendita di una azienda "di solito riguardano le nuove generazioni che non vogliono fare quel lavoro, vogliono farne un altro e non vogliono portare avanti quello che è stato lasciato a loro". "Il problema è passare il testimone in modo intelligente. Quando mio figlio si sentirà pronto ad affrontare questa complessità, nel giro di 2-3 anni, ci sarà questo avvicendamento".
Bertelli ha speso anche alcune parole su Zegna, col cui patron ha affermato di avere un ottimo rapporto. "Quando Zegna ha fatto la quotazione a New York sono intervenuto con una piccolissima quota a titolo personale", ha svelato.
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