La riforma del Fondo Centrale di Garanzia – spiega l'Ufficio Credito Confesercenti in una nota - attua infatti un cambiamento di politica della garanzia pubblica, per trasformarla in un vero strumento anticiclico, favorendo sia gli investimenti sia le imprese che hanno difficoltà nell'accesso al credito a causa di carenze di rating.
LE NOVITA' - Vengono infatti introdotte importanti novità a vantaggio delle imprese economicamente meno strutturate, a partire dalla nuova soglia limite di accesso al Fondo, che consente un significativo allargamento della platea dei potenziali beneficiari da cui risulta escluso solo l'8% delle PMI, ma anche con misure di copertura più efficaci per le imprese che pur essendo sane sono maggiormente esposte a rischio credit crunch. Arrivano anche le operazioni a rischio tripartito tra Banche, Confidi e Fondo per circa 100mila finanziamenti di importi non superiori a 120.000 euro per singolo soggetto.
BOCCATA D'OSSIGENO IN ARRIVO - Grazie a questi interventi, secondo le stime Confesercenti sono teoricamente possibili 7 miliardi di euro in più di finanziamenti per quel 67% delle imprese considerate ‘critiche'. Una spinta propulsiva per l'economia, utile a contrastare la fase negativa, ed una boccata d'ossigeno per le imprese dopo un lunghissimo credit crunch: solo tra dicembre 2017 e dicembre 2018 vi è stato, in totale, un deflusso di fondi alle imprese per 54,5 miliardi di euro.
RUOLO CENTRALE DELLE BANCHE - Perché si apra davvero una nuova pagina sul fronte del credito, però, è necessario l'aiuto del sistema bancario che deve tornare ad investire sulle imprese, soprattutto sulle piccole. Per le attività di minori dimensioni, infatti, l'accesso al credito è ancora fortemente limitato: solo il 10,7% dei prestiti erogati dalle banche arriva alle piccole imprese, che pure rappresentano il 90% del tessuto imprenditoriale italiano, conclude la nota.
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