Bollette, Cingolani: prezzi del gas giù dopo marzo 2022

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Domenica 3 Ottobre 2021, 15:17 - Ultimo aggiornamento: 17:03

Prezzi del gas in calo dopo il primo trimestre dell'anno prossimo. Lo prevede il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. I pesanti aumenti degli ultimi mesi, che hanno fatto schizzare in alto le bollette di luce e gas, sono stati solo in parte attenuati dall'intervento del governo. L'ultimo aggiornamento delle tariffe varato dall'Arera, l'autorità di regolazione del settore, entrato in vigore lo scorso 1° ottobre, prevede rincari del 29,8% per elettricità e del 14,4% per il gas.

«Speriamo che dopo il primo trimestre del 2022 saranno aperte nuove pipeline e torneremo a prezzi più ragionevoli del gas», ha rassicurato il ministro della Transizione ecologica. «Le bollette aumentano all'80% per l'aumento del prezzo del gas e al 20% per quello del carbonio - ha aggiunto -. Non si può dire che la transizione energetica aumenti il costo dell'energia. Vogliamo uscire dal gas e servono investimenti sulle rinnovabili».

«Con le rinnovabili, per garantire continuità alla rete elettrica in un primo tempo servirà il gas - ha poi proseguito Cingolani -. Noi cerchiamo di investire sulle batterie per l'accumulo di energia, ma queste al momento costano 5 volte quello che costano le centrali a gas. Sono fiducioso tuttavia che in cinque anni queste tecnologie scenderanno di prezzo».

Il caro-energia, ma anche la crescita dell'inflazione, intanto preoccupa l'Europa che cerca di studiare contromisure coordinate. Anche perché l'impennata dei prezzi potrebbe minare la ripresa post-pandemia appena avviata.

Il tema sarà al centro dell'agenda dei ministri delle Finanze dell'Eurogruppo, che si riuniranno domani a Lussemburgo, e sarà discusso anche a Brdo, in Slovenia, martedì e mercoledì, quando i leader dell'Ue si incontreranno per un summit dedicato ai Balcani. Per cercare di attenuare l'impatto degli aumenti, si ipotizza di sfruttare il peso negoziale dell'Europa (come avvenuto per l'acquisto dei vaccini) per mandare segnali ai mercati attraverso, ad esempio, lo stoccaggio di scorte comuni o acquisti concordati a livello comunitario. Si valutano poi anche misure di sostegno alle imprese particolarmente colpite dal caro-energia.


Bank of America nel frattempo stima che i prezzi del petrolio potrebbero volare sopra quota 100 dollari al barile per la prima volta dal 2014 e innescare una crisi economica globale. Tre sono in particolare i fattori, secondo l'istituto americano, che potrebbero favorire questo scenario: lo spostamento dal gas al greggio a causa degli alti prezzi del metano, l'aumento del consumo in un inverno freddo e la domanda in crescita delle compagnie aeree. «Se tutti questi fattori si verificassero insieme, i prezzi del petrolio potrebbero schizzare e portare a un secondo round di pressione inflazionistica nel mondo», avverte Bank of America. Domani infine si riuniranno i rappresentanti dell'Opec, l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio. E dopo i recenti rialzi delle quotazioni del barile il cartello potrebbe decidere un incremento della produzione.
j.o.
 

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