Prezzi del gas in calo dopo il primo trimestre dell'anno prossimo. Lo prevede il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. I pesanti aumenti degli ultimi mesi, che hanno fatto schizzare in alto le bollette di luce e gas, sono stati solo in parte attenuati dall'intervento del governo. L'ultimo aggiornamento delle tariffe varato dall'Arera, l'autorità di regolazione del settore, entrato in vigore lo scorso 1° ottobre, prevede rincari del 29,8% per elettricità e del 14,4% per il gas.
«Speriamo che dopo il primo trimestre del 2022 saranno aperte nuove pipeline e torneremo a prezzi più ragionevoli del gas», ha rassicurato il ministro della Transizione ecologica. «Le bollette aumentano all'80% per l'aumento del prezzo del gas e al 20% per quello del carbonio - ha aggiunto -. Non si può dire che la transizione energetica aumenti il costo dell'energia. Vogliamo uscire dal gas e servono investimenti sulle rinnovabili».
«Con le rinnovabili, per garantire continuità alla rete elettrica in un primo tempo servirà il gas - ha poi proseguito Cingolani -. Noi cerchiamo di investire sulle batterie per l'accumulo di energia, ma queste al momento costano 5 volte quello che costano le centrali a gas. Sono fiducioso tuttavia che in cinque anni queste tecnologie scenderanno di prezzo».
Il caro-energia, ma anche la crescita dell'inflazione, intanto preoccupa l'Europa che cerca di studiare contromisure coordinate. Anche perché l'impennata dei prezzi potrebbe minare la ripresa post-pandemia appena avviata.
Bank of America nel frattempo stima che i prezzi del petrolio potrebbero volare sopra quota 100 dollari al barile per la prima volta dal 2014 e innescare una crisi economica globale. Tre sono in particolare i fattori, secondo l'istituto americano, che potrebbero favorire questo scenario: lo spostamento dal gas al greggio a causa degli alti prezzi del metano, l'aumento del consumo in un inverno freddo e la domanda in crescita delle compagnie aeree. «Se tutti questi fattori si verificassero insieme, i prezzi del petrolio potrebbero schizzare e portare a un secondo round di pressione inflazionistica nel mondo», avverte Bank of America. Domani infine si riuniranno i rappresentanti dell'Opec, l'organizzazione dei paesi esportatori di petrolio. E dopo i recenti rialzi delle quotazioni del barile il cartello potrebbe decidere un incremento della produzione.
j.o.