Bancomat, multa da giugno a chi rifiuta il Pos. Anticipate le sanzioni per negozianti e professionisti

Pronto il decreto per accelerare il Pnrr. Sul tavolo la fatturazione elettronica anche sotto i 65 mila euro

Bancomat, multa da giugno a chi rifiuta il Pos
di Andrea Bassi
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Martedì 12 Aprile 2022, 21:51 - Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 16:33

Le sanzioni per commercianti e professionisti che rifiutano i pagamenti con bancomat e carta di credito potrebbero scattare da giugno. In anticipo, dunque, rispetto alla data del primo gennaio del 2023 prevista dal decreto legge 152 dello scorso anno. La norma potrebbe essere approvata già oggi all’interno del nuovo decreto sul Pnrr, il Piano di ripresa e resilienza, che il consiglio dei ministri dovrebbe approvare e che conterrà al suo interno un “pacchetto fiscale” che comprende anche il rafforzamento della fatturazione elettronica.

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Bancomat, anticipate le sanzioni

Già da questa estate, dunque, chi rifiuterà un pagamento tramite Pos rischierà una doppia sanzione: una multa fissa di 30 euro e una maggiorazione del 4 per cento dell’operazione non accettata.

Quella sui bancomat non è comunque l’unica novità del nuovo decreto sul Pnrr. Sulla fatturazione elettronica, per esempio, potrebbe arrivare l’obbligo anche sotto i 65 mila euro. Oggi le partite Iva che rientrano nel sistema forfetario sono infatti esentate. Quello che dovrebbe essere approvato oggi è un provvedimento che arriva dopo la missione degli ispettori della Commissione europea del 31 marzo scorso per verificare i tempi di attuazione delle misure e delle riforme abilitanti. Lo scopo è quello di accelerare tutte le misure che devono essere completate entro il prossimo giugno. Non ci dovrebbero essere invece norme in materia energetica, rinviate a un successivo decreto. All’interno del decreto ci sarà anche un sostanzioso pacchetto predisposto dal ministro della Funzione Pubblica Renato Brunetta e che riguarda il pubblico impiego. 


IL PACCHETTO


Innanzitutto sarà rafforzato il portale InPa, il Linkedin per i concorsi pubblici. Tutte le amministrazioni centrali dovranno pubblicare sul portale i loro bandi di concorso. Poi toccherà alle enti e agli altri organismi pubblici, mentre per i Comuni e le altre amministrazioni locali ci sarà prima un passaggio in Conferenza unificata. Non solo. La piattaforma diventerà anche la via d’accesso alle procedure di mobilità dei dipendenti pubblici. Chi vorrà passare da un’amministrazione a un’altra dovrà farlo candidandosi attraverso il portale InPa. Saranno anche delle norme per limitare i comandi e i distacchi dei dipendenti in modo da rendere i passaggi permanenti. Cambiano anche i concorsi per i funzionari. Assomiglieranno di più a quelli per i dirigenti, con una prova in più, un assessment per valutare anche le soft skills.

LE NORME

Ci sarà anche un rafforzamento normativo. Come chiesto dalla Commissione europea, alcune delle linee guida emanate nei mesi scorsi dal ministero per la Funzione pubblica in tema di concorsi saranno rafforzate recependole con delle norme di legge. Nel provvedimento ci saranno anche delle norme per il Sud presentate dal ministro Mara Carfagna. Ci dovrebbe essere, innanzitutto, un rafforzamento delle Zes, le zone economiche speciali, per renderle più attrattive per gli investimenti. Ci sarà poi un nuovo round di assunzioni per rafforzare la capacità degli enti locali alle prese con i progetti per il Pnrr. Anche il secondo bando per il concorso Sud non avrebbe dato i risultati sperati. 

Anche il ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao, dovrebbe presentare un pacchetto di nome di semplificazione per accelerare gli investimenti per il 5G e la banda ultralarga. Non ci saranno invece misure sull’energia. Misure che sono state rimandate ad un altro decreto che dovrebbe essere approvato tra un paio di settimane. Così come tutte le misure che necessitano di una copertura finanziaria, rinviate a dopo l’approvazione delle risoluzioni sul Def previste per martedì 20 aprile.

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